Sono circa ventiquattro anni che mio fratello mi parla dell’ingegner Delle Rose. Ho poi scoperto che in realtà si chiamerebbe ingegner Rosa, ma dopo una così lunga consuetudine non posso cambiargli il nome. Mio fratello è un tipo che con cadenza regolare ti propone di accaparrarsi un’isola privata e di farsi bombardare. Insomma, questo ingegner Delle Rose è una specie di idolo personale per lui, quindi nel momento in cui Netflix ha sganciato la bomba sono corsa a guardare L’incredibile storia dell’Isola delle Rose.
SanPa | Noi li vediamo la notte
The Boys in the Band | Scatti di crescita
Di Giulia Sabella Non è vero che un figlio ti cambia la vita. È una leggenda metropolitana, una di quelle frasi che la gente ripete alzando il mento, con lo sguardo di chi la sa lunga. Questa regola varrà anche per qualcuno, ma sicuramente non per me. Quello che serve per portare avanti le più semplici attività quotidiane è un po’ di inventiva come, ad esempio, approfittare dei momenti di allattamento per guardarsi un film.
The Wife | Venezia pallida
di Rebecca Moore Lo volevo lasciare già da un po’, per via di quei suoi modi persecutori. Non credeva mai a niente di quello che gli dicevo, faceva il suo gioco. L’avevo incontrato in palestra, mi aveva offerto il suo aiuto, educato, piacente, premuroso. Nei lineamenti si intravedeva una strana durezza, che riconosco solo ora con la chiaroveggenza del domani. Era bello, “un principe azzurro” lo avrebbe definito mia madre, portava camicie bianche inamidate e stirate da lui.
La regina degli scacchi | Educazione in bianco e nero
Esattamente un anno fa, un mio amico molto più preparato e talentuoso di me a scacchi ha organizzato un piccolo torneo amatoriale, dove lui faceva l’arbitro. Avendo perso non solo per merito degli altri bravissimi giocatori, ma anche per la mia incredibile capacità di buttare nel cesso vantaggi importanti, sono caduto in uno stato disforico per un po’ meno di una settimana.
Kidding – Il fantastico mondo di Mr. Pickles | Scaglie
Di notte restava immobile, concepiva il letto come fosse un sarcofago. Una bara, certo, ma usare la parola ‘bara’ non è appropriato, non si può parlare della morte, soprattutto nell’incipit. ‘Sarcofago’ invece ha quella sfumatura esotica e faraonica che legittima la scelta lessicale. Sarcofago incuriosisce e allo stesso tempo mantiene le giuste distanze. Perché le distanze sono fondamentali: ciò che accade lontano da noi non esiste.
Il favoloso mondo di Amélie | Amélie seduta a un tavolo
di Giulia Scialpi Qualcuno, non saprei dire chi, un giorno aveva detto che l’autunno è la primavera degli universitari. Il cinque ottobre del duemiladiciotto, alle quattordici e quarantatré, mi è arrivato un messaggio che diceva: «Non pensavo fossi così tanto naïf!?». Leggendolo devo aver riso: di una risata non proprio convinta, ma almeno convincente. Potrei anche aver gettato la testa all’indietro e una furtiva occhiata intorno.
Dogtooth | Stai bruciando
Il tuo nome è Yorgos Lanthimos. Stai bruciando. Vengo a te. I tuoi ricordi sono i miei.
Guida romantica a posti perduti | Da ragazzi andavamo al mare a mezzogiorno
Da ragazzi andavamo al mare a mezzogiorno. Saltavamo sulle macchine roventi, in cinque, a volte in sei, tutti appiccicati, tutti incastrati, le gambe strette e sudate che si incollavano ai sedili, con le magliette sdrucite e la pelle che si mischiava ai tessuti. Non ci importava di nulla.
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