Scrivere del Torino Film Festival rischia di essere un’operazione votata al fallimento. Principalmente perché si parlerà di film che forse non arriveranno mai nelle sale. O di film che se anche ci arriveranno è improbabile che le persone andranno a vedere. O se infine qualcuno dovesse anche andare a vedere si sarà già dimenticato di tutto quello che io possa scrivere. Tuttavia ho deciso di farlo ugualmente. Prima di tutto perché niente è nobile all’infuori del fallimento. Mi illudo inoltre che se la mia scrittura è davvero buona, e non è detto che lo sia, una persona potrebbe leggere il mio testo a prescindere che abbia visto o meno il film. A prescindere che lo vedrà mai. A prescindere di tutto quanto.
Torino Film festival 35 | Numeri, parole, classifiche
Ecco dunque un piccolo resoconto di questo Torino Film Festival numero 35.
34TFF | Diario minimo
La casa Airbnb che abbiamo prenotato a Torino dice qualcosa del presente. Il tizio che ce l’affitta si mostra amichevole, ma è tutto per finta. Finto amichevole nell’indicare sul tavolo finti biscotti per finte colazioni. Finto amichevole, ma preoccupato per le recenti spese di ristrutturazione e quanto durerà il buco legislativo degli affitti senza tasse. Farà in tempo a estinguere il mutuo? É il mood del presente: con Livia lo chiamiamo “il finto vero”. Finte ditte artigianali, come una volta, alla vecchia maniera, tutte uguali. Scivolo nel paradosso, lo so, è che vorrei un posto autenticamente merdoso, una squallida stanza d’albergo, una triste piadineria marcia, ma è chiedere troppo. [Segue elenco dei film visti con una breve scheda. Ma forse scheda è eccessivo]
33TFF | Bocciofila goes to Torino
Nei giorni di Torino non ho scritto una riga, solo deambulato in uno stato febbrile tra una sala e l’altra e tra un bar e un ristorante cinese e uno torinese e la casa di Claudio in Corso Regio Parco (grazie Claudio, tra l’altro). Sono stato bene come si sta bene ai Festival in cui si è totalmente liberi di vedere, non vedere, scrivere non scrivere, fare tardi, perdersi, sentire freddo caldo medio, mettere una sciarpa non metterla, la canottiera, la camicia, rimbombarsi tutto il giorno la testa dalla mattina alla sera dentro al cinema, non pensare ai problemi della vita, che ne sarà di me la mia famiglia l’Europa mio nonno Brunello, strafarsi di cinema e basta: quella libertà là.