di Aquiles José Martínez Pérez Alle superiori, le lezioni di Storia erano strazianti. Le teneva un professore anziano, un po’ sordo e minuto, che forse per i suoi vecchi abiti larghi, eleganti e polverosi, chiamavamo il Conte. Entrava in aula con qualche minuto di ritardo, appoggiava la ventiquattrore sulla cattedra e subito iniziava un soliloquio, camminando lentamente con lo sguardo fisso a terra, dalla scrivania alla porta e viceversa. A un certo punto si fermava, si tirava su i pantaloni, stringeva la cintura e ci rivolgeva uno sguardo sorpreso, come se solo allora si fosse accorto della nostra presenza. Poi ripartiva con la sua lunga camminata, e le nostre palpebre cadevano e si rialzavano al ritmo dei suoi passi fino a quando non suonava la campanella.
65 – Fuga dalla Terra | Estraneo
di Luca Giommoni Mia moglie mi lasciò poco prima che il mondo smettesse di provare affetto. Mi disse che ormai ero solo un estraneo e, tre settimane dopo, la pioggia cadeva non per bagnare esistenze ma per affogarle, il sole sempre più vicino sembrava un bambino che si diverte a bruciar formiche con la lente d’ingrandimento, la luna se ne fregava delle maree così come i nonni se ne sbattevano altamente dei nipotini, la polizia arrestava studenti e la scienza arrestava le sue ricerche, gli amici pensavano solo a loro stessi e la politica non pensava più a nessuno.
Ritorno a Seoul | Versilia storica
di Federica Fanelli “Ti aspetto alle quattro al Caffè della Piazza, a Seravezza” al telefono ha detto così, come se fosse la cosa più normale del mondo. Io non sapevo neanche cosa fosse Seravezza e quando l’ho cercata su internet ci sono rimasta un po’ male: paesino sperduto della Toscana, della “Versilia storica” per la precisione, che attualmente conta dodicimila trecento quindici abitanti. Un provinciale quindi, buono a sapersi.
Lost Lost Lost | Il Signor Carlo incontra il Diavolo
Molti anni mi separano dai singolari eventi che dopo un lungo oblio ho deciso di raccontare. Talmente tanti ne sono passati che quando al mattino mi guardo allo specchio fatico a credere che io sia lo stesso di allora. Avevo vent’anni quando fui assunto come commesso apprendista in una delle molte librerie che ancora a quel tempo si trovavano in città. Ma quella in cui trovai impiego, tramite la raccomandazione di uno zio acquisito, non era una libreria qualsiasi. Era la libreria. Situata in un antico palazzo del centro storico, si sviluppava su tre piani e conteneva un numero sbalorditivo di volumi, al punto che il suo prestigio non aveva uguali in città e poteva competere con qualsiasi libreria al mondo.
Teletubbies | Io, Tinky-Winky
L’isola degli spiriti | Ma tutto questo Alice non lo sa
Essi Vivono ST02, ep10 di Giovanni Marco Maggio
Il primo giorno della mia vita | Beati gli ultimi
di Luca Giommoni In seguito si sarebbe fissata con le radici di liquirizia, il costruire case di paglia, Mike Bongiorno, tutti i luoghi che avrebbero meritato un’altalena, la slam poetry, ma adesso ce l’aveva con un passo del vangelo secondo Matteo: “Beati gli ultimi perché saranno i primi”. Ma chi erano questi ultimi? pensava Zelda.
Le otto montagne | Forst Premium
Fuori non diventava mai scuro. Erano le dieci di sera quando un gruppetto di giovani lo superò e si diresse verso il fiume, mentre lui stava appoggiato alla parete di legno, a qualche metro dalla porta del locale; non voleva buttare via una buona metà della sigaretta che si era acceso poco prima.