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In fuga dalla bocciofila

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Persona | Inganno e violenza

19 Aprile 2022 di Selene Mattei

 

 

Ecco una nuova preda. 

Bassa, bionda, la pelle bucata da un piercing al sopracciglio destro e al labbro inferiore sinistro, per meglio bilanciare la simmetria del viso. Beveva a sorsate regolari un vino di pessima qualità e parlava in cerchio di letteratura russa, muovendo ambedue le mani in avanti, come a tirarsi l’acqua addosso.

 

«Al tizio sul treno dice che in ogni matrimonio si possono vivere due condizioni: l’inganno o la violenza…insomma che ogni costrizione porta ad avvelenarsi vicendevolmente la vita…»

 

 

1. AGGUATO

 

Nella geometria delle relazioni c’è da sapere che ogni argomento prevedibile lo è e basta, mentre tutti gli argomenti imprevedibili sono imprevedibili a loro modo. In sostanza significa che è molto più difficoltoso improvvisare due chiacchere sul tempo che confrontarsi su Tolstoj, perché anche se non si ha la minima idea di chi Tolstoj sia, è possibile osservare per un po’ chi ne sta parlando.

Giorgia aveva appurato che quando la nuova preda racconta animatamente un qualche cosa, è necessario inserirsi nell’argomento al momento giusto, sul crescendo, e interrogarla disinvolti per alcune parole dette, magari ripetute (ogni parola ripetuta è un’impalcatura da sottrarre), lasciandole credere che tutto quello che finora era stato espresso da lei con foga e convinzione, poteva al massimo dirsi un timido preambolo dell’argomentazione che si ha in pugno. 

 

«Scusa,» disse Giorgia inserendosi nel cerchio, senza fingere di voler davvero scusarsi, «ciao, mi intrometto nel discorso: hai descritto molto bene questa scenetta del treno ma hai ripetuto più volte inganno e violenza senza dirci cosa vogliono dire per te; sapresti spiegarlo?», chiese incrociando le braccia e appoggiandosi con la schiena al muro.

 

2. AMBIENTE

 

Più l’ambiente è riconoscibile, più la preda è vulnerabile.

In questo caso la preda e i suoi amici erano disubbidienti ed ecologisti. Fumavano tabacco industriale con filtri biodegradabili; la faccia di Che Guevara inchiodata al muro, sopra giubbotti tutti uguali di un’azienda d’abbigliamento di montagna statunitense. Parlavano senza sentirsi mai distanti a nessuno: la miseria dei barboni avvolti nel cartone alla stazione li colpiva allo stesso modo della confisca delle terre ai nativi d’America. Avevano appeso una bandiera della pace fuori, al balcone, ma non erano d’accordo sul riarmo o il disarmo dell’Ucraina. Dentro casa concordavano però sull’idea che prendere una decisione non li riguardasse direttamente: la soluzione doveva venire dal governo. Affermavano di essere empatici e speravano il massimo dei diritti e delle cose per tutti. Nei discorsi, lo scarto che passava tra loro e qualsiasi oggetto osservato era minimo, ma cercavano di distanziarsene con diversi avverbi di modo per confermare l’assolutezza delle loro tesi. Oggettivamente, chiaramente, ovviamente, condividevano storie e fatti di riferimenti comuni, slogan vecchi e nuovi. Al di fuori del loro consenso, il dissenso regnava incondizionato. Le idee intollerabili erano intollerabili, ma la libertà di parola e di espressione restava un diritto sacro. Non credevano in Dio, l’unico destino possibile stava nel caos e nell’indefinitezza del futuro e del presente. Di contrappunto, non ritenevano inverosimile configurarsi in un sistema concettuale preciso.

 

«Intendo dire che siamo ancora allo stesso punto di duecento anni fa e con la monogamia non abbiamo chiaramente smesso di trattare gli altri come una proprietà: ecco l’inganno e la violenza! E ci saranno sempre, sempre, in tutti i rapporti, e fino a quando non diremo basta a questa stronzata vivremo così!», esclamò concitata la preda, allargando le braccia.

 

Giorgia non rispose subito, la guardò dritta negli occhi con un sorriso beffardo. Ogni ambiente mitologico è favorevole alla riuscita dell’aggressione.

 

3. CALCO

 

Se si prende un foglio di carta e lo si appoggia sopra un oggetto, l’oggetto aderirà con le sue forme più note al foglio di carta. Se si prende poi un gessetto, e si decide di passarlo avanti e indietro con delicatezza sul foglio di carta, si vedrà lentamente comparire la forma dell’oggetto sottostante. 

Con fogli di carta abbastanza grandi, questa tecnica è applicabile a gran parte degli oggetti, persone comprese.

Negli anni, Giorgia era diventata brava con il disegno e si era accorta che i suoi pregi, come quelli di chiunque altro, non servivano a raggiungere grandi scopi. I propri pregi, a dire il vero, servono a ben poco. Basta guardarsi intorno: dimmi che sono brava, dimmi che sono bello, non vedi quanto soffro?

Tutti mendicano attenzioni al ciglio di ogni occasione. Tutti vogliono essere ricalcati con un gessetto.

Va da sé che per vivere sereni l’intelligenza personale è forse l’ultima, o magari la penultima delle caratteristiche che una persona intelligente dovrebbe saper utilizzare a tempo debito, mentre invece niente è necessario all’uomo moderno quanto saper imitare in negativo le specialità delle sagome, sottraendone i pregi, quando serve, o sottolineandone i punti di vuoto, le insicurezze, se fa comodo.

 

«Sembreresti una ragazza intelligente…ma sei sicura che non c’è né inganno né violenza nel voler sopportare tutta la libertà che pensi di meritare?» Giorgia finse di guardarsi intorno infastidita, «Senti ti va di andare fuori a fumare un sigaretta? Tanto stiamo parlando io e te e qui c’è troppo casino, non riesco a sentire bene cosa dici.»

 

La preda abbassò lo sguardo, poi lo rialzò e annuii. Sorrise pensando di aver trovato chi cercava.

 

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Postato in: Lo sfogone, Sono figo solo io Tag: 2022, cinema, Ingmar Bergman, persona 1 commento

Commenti

  1. Sub com stracchino dice

    20 Aprile 2022 alle 0:04

    Riempi i vuoti della mia solitudine

    Rispondi

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