Hal Cust guardò attraverso l’oblò, vide minuscole bolle di sapone dai colori acidi colonizzare un paio di mutande e il colletto di una camicia; ne osservò le giravolte liquide per un paio di minuti e gli tornarono alla mente gli occhi lucidi di suo fratello Louis che processavano la notizia della morte della loro madre in un giorno di primavera a Monroe; non erano andati a scuola.
Westworld | Grano
Essi Vivono ST02, ep14 di Apolae Incontrai Dolores per caso, al terzo soggiorno, seguendo un tizio in nero che pareva saperla lunga lì all’emporio, ok gringo ma niente domande, pagai il conto in fretta e via col vento era tosta stargli appresso, git up baby go, montava un puledro cazzuto garretti d’acciaio che sbranava la polvere, si scostavano tutti al suo passaggio in paese e lui briglia sciolta lungo il sentiero di crochi e gramigna, col sole fuso sempre a destra, lazo avvolto al pomo della sella, in una corsa che sembrava più allontanarsi da un rimorso che acciuffare una smania, incollato al galoppo fino alle querce annoiate del Ranch Abernathy.
Succession | La giacca verde
di Giulia Sabella Tiro fuori dall’armadio la giacca della laurea. Sta dentro la pellicola della lavanderia ed è di una tonalità di verde che non credo esista in natura. Non evoca le placide campagne irlandesi, né i laghi del Nord Italia dopo una pioggia primaverile. È un verde che invece ricorda gli uniposca della cartoleria di papà, gli ombretti in omaggio con Cioè, i ghiaccioli alla menta che si squagliano e ti colano sulle mani mentre li mangi.
Super Mario Bros. Movie | Zabaione
A casa della nonna c’era una sola regola: non uscire prima delle quattro. In realtà c’erano molte altre regole ma questa era l’unica che rispettavamo. «Ci sono persone che sono uscite prima delle quattro e sono morte» diceva nonna per spaventarci, o forse perché una volta era successo davvero, non lo so, di fatto, io e i cugini non ci azzardavamo a mettere il naso fuori dal cancello. Ce ne stavamo nel grande salone, scalzi, con i piedi neri e le mani appiccicose, le imposte socchiuse. Appoggiavamo la fronte ai vetri delle finestre e guardavamo i passanti dagli spiragli delle persiane: stupide gambe o eroici mezzi busti si scomponevano in quelle fessure, noi spalancavamo gli occhi, increduli e ammirati, e aspettavamo l’inesorabile fine.
Sing Street | Friday, I’m in love
Essi Vivono ST02, ep13 di Daniele Pasquini Gli sfavillanti colori e le indimenticabili atmosfere dei magici anni ’80, dice la descrizione della pagina evento, e tu pensi che ci sono davvero troppi aggettivi, davvero tutti sbagliati. C’è una sfera specchiata da cui si diramano raggi giallo, ciano, magenta, la sagoma stilizzata di un ballerino con pantaloni a zampa, un cesto di capelli che dovrebbe risultare iconico.
Lost Lost Lost | Il Signor Carlo incontra il Diavolo
Molti anni mi separano dai singolari eventi che dopo un lungo oblio ho deciso di raccontare. Talmente tanti ne sono passati che quando al mattino mi guardo allo specchio fatico a credere che io sia lo stesso di allora. Avevo vent’anni quando fui assunto come commesso apprendista in una delle molte librerie che ancora a quel tempo si trovavano in città. Ma quella in cui trovai impiego, tramite la raccomandazione di uno zio acquisito, non era una libreria qualsiasi. Era la libreria. Situata in un antico palazzo del centro storico, si sviluppava su tre piani e conteneva un numero sbalorditivo di volumi, al punto che il suo prestigio non aveva uguali in città e poteva competere con qualsiasi libreria al mondo.
The Whale | Il tempo della carne e il tempo della parola
Eppure c’è stato un tempo in cui il mio corpo era attraente. Le mie curve simbolo di armonia e magnificenza. La mia carne, nutrita dagli eccessi, era voluttuosa e sensuale, era erotismo dell’abbondanza.