Seduto in macchina sul sedile del passeggero, o sul sedile posteriore dietro a mio padre o mia madre, da bambino vedevo le porzioni di mondo dentro i cinquanta centimetri quadrati di vetro temperato ibridarsi tra loro per la velocità del mio punto di vista; tali porzioni di mondo racchiudevano al loro interno avventure che accendevano la mia curiosità anche se ero io stesso quello che le aveva inventate. Quelle avventure non me le sarei mai più ricordate.
Alcarràs | Maria mangia solo onighiri
Non per caso si diventa maestri nell’arte d’incidere le uova di quaglia. Un aiuto cuoco al primo giorno di lavoro non può neanche avvicinarsi al tavolo d’incisione. Dopo un mese, sei giorni alla settimana, dieci ore al giorno, quello stesso aiuto cuoco può iniziare a guardare come si fa. Dopo circa sei mesi di lavoro impiegherà dai 9 ai 10 minuti per riuscire finalmente a liberare dall’uovo bollito un volto di pulcino. Un maestro d’incisione ci mette dai 9 ai 10 secondi.
Doctor Strange nel multiverso della follia | Let’s get… cosa?
Se dieci anni fa avessi avuto la Gemma del Tempo, oggi chissà da quale angolo di mondo starei scrivendo. Degli oltre 14 milioni di futuri possibili che mi aspettavano, avrei visto quello in cui davo credito a chi mi proponeva di investire poche centinaia di euro in Bitcoin, e da lì forse sarebbe stata una storia diversa.
Ghostbuster Afterlife | I fratelli Cagnotti
Di Luca Giommoni
Trittico videoludico
di Lorenzo Foltran
La finestra sul cortile | Sguardi
Nell’ora del silenzio e degli sguardi rapiti quando la terra freme sotto i tuoi passi di ragazza dagli occhi scintillanti a me basta una finestra.
Tromperie – Inganno | Altri inganni
Nel lato paterno della mia famiglia gira la storia di uno zio – non mi ricordo il nome – che era tornato a piedi dalla Russia.
Leon | Daddy’s girl
Di Silvia Fornaroli
The Good Place | Essere al posto giusto
Il primo giorno di scuola stringeva sulla pancia il sacchettino di stoffa con la merenda: una rosetta col prosciutto, tre fettine sottilissime. Il prosciutto lo vedevano in tavola una volta al mese, quando andava bene. La madre aveva insistito: «Almeno il primo giorno, poi lo capiranno che è una pezzente, ma almeno il primo giorno!». Mariella era felice per quel prosciutto. I fratelli le dissero che la odiavano e che si sarebbe strozzata mangiando il panino. Era la quarta di sei figli. Chiuse i pugni forte, sentiva le unghie premere sulla carne, le mani gelide e sudate. Poi si mise a sedere e accarezzò il banco. Con l’indice seguì il perimetro del legno e arrossì pensando che era tutto per lei, che non avrebbe dovuto condividerlo con nessuno, che non le avrebbero tirato i capelli per rubarle il posto. Conosceva gli altri bambini della classe, figli di contadini come lei: nessuno di loro aveva una rosetta col prosciutto. Mariella nascose il sacchettino di stoffa in fondo alla cartella.
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