All’età di cinque anni ho visto il mio primo fantasma. Per le vacanze di Pasqua la mia famiglia si riuniva nella casa di campagna di zia Sofia, che poi non era veramente mia zia, non c’era alcuna parentela, solo che io l’ho sempre chiamata zia. Io e mia cugina Anna, che invece era davvero mia cugina, dormivamo in mansarda. Nonostante il soffitto basso e inclinato e i mobili scuri e pesanti, la stanza era inaspettatamente luminosa e calda e mi piaceva stare lì. Forse per le cose strane che si trovavano aprendo un cassetto proibito o per i libri con le copertine morbide impilati sullo scaffale. Ci piaceva prendere i libri di nascosto dallo scaffale e lasciare le impronte sulle copertine.
Sideways, In viaggio con Jack | In vigna
A volte nella vigna ho pensato a certi scrittori che conosco gente che nelle loro vite avranno lavorato sette minuti in totale.
A ghost story | Il pino
Di fronte al palazzo dei miei, qualche giorno fa hanno abbattuto il pino.
Ma non me ne sono accorta subito.
Mentre suonavo alla porta qualcosa era fuori posto e ho detto: “Hanno abbattuto il pino”.
Tu hai risposto: “Perché, c’era un pino?”
Sì, c’era un pino.
Grand Designs | Una breve psicopatologia
La campagna inglese non ti è mai piaciuta: pecore, erbacee perenni e annuali, pettirossi e merli, muretti a secco che disegnano diamanti dalle tonalità digradanti, verdone, verde acquamarina, pisello. Eppure ti ritrovi ad osservarla attraverso le finestre di una camera matrimoniale, piano terra, di una casa che si srotola secondo la costante di Fibonacci. L’ha costruita una coppia di sessantenni facendo gran parte dei lavori. Non è bellissima, sebbene sia eccentrica. Guardando quella coppia litigare, rappacificarsi, discutere sulla follia del loro progetto, se devi essere sincero e guardarti dentro senza pietà, confessando tutto quello che c’è da confessare, se devi fedelmente tirare fuori quel che un leggero senso di stupore e un ego indignato cercano di nascondere ad ogni costo, dovresti ammettere di essere invidioso.
To Stay Alive – A Method | Il pazzo è salvo
Nel grande ammasso di ore trascorse a guardare un punto del cielo in cui speravo di cogliere un grumo di materia o un segno, oppure quando ascoltavo i rumori rincorrersi, ho sempre tentato di rintracciare una certa trama all’interno dei miei movimenti; spesso ho faticato per ricostruire le scene;
Better Call Saul | Ci sono solo ♥
♥
Risvegli | Fiorivi, sfiorivano le viole
Del passato racconto sempre le stesse cose. Aneddoti, storie, incontri, solite recite, solite persone. Anche il modo di raccontare è sempre lo stesso. Mai un cambio di registro, mai un colpo di scena, nemmeno una variazione sul tema. Come se il passato fosse una carrellata di eventi memorabili. Eppure, quasi mai si tratta di eventi rilevanti. Sono cose di poco conto, di quelle da dimenticare nell’attimo in cui avvengono, al massimo il giorno dopo. Più che fatti straordinari, sono fattarelli. A volte sono solo lampi.
The Last Dance | Le patate
Da alcuni giorni ho un’idea fissa. Patate. Patate normalissime che io taglio a pezzi per poi lessarle, prima di metterle in forno. Ci sono queste patate che non mi si schiodano dalla testa.
The Midnight Gospel | Smart Working
Di questi giorni ricorderò la fruizione incontrollata di storie Instagram, la paura di rimanere senza niente – senza lavoro, senza idee, senza un soldo – e l’intuizione che finché non apro la porta, finché non cambio l’aria della stanza, tutto rimarrà immobile, niente potrà alterarsi, sarò al sicuro.
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