All’epoca avrei voluto dei denti azzurri, o verdi, o al limite arancioni. Pensavo che avere dei denti bianchi per tutta la vita fosse quanto di più noioso potesse capitarmi. Che era ingiusto: le unghie continuavano a crescere, come i capelli, e si potevano colorare, accorciare, schiarire. Solo i denti, quanto di più duro e utile il corpo umano sapeva produrre, era contingentato e fisso.
Bantù Mama | Barrio Capotillo
Lineas Entre dos Mundos
Dune 2 | Imposizione volontaria di un indugio
Guardò le proprie mani insanguinate: alla fine di una lunghissima giornata era difficile dire se, risalendo nel tempo, lustri, decenni prima, fosse esistito un momento diverso, più sereno. Più – arrossì mentre lo pensava – felice.
Ida | Breve itinerario della Polonia per giovani tristi
Gdańsk Ogni volta è la luce – diversa, sciolta in un estenuante tempo anseatico – che mi stupisce. Come se il sole fosse più basso, pronto a mollare. Mi sembra che ci chieda di meno, il sole del nord, che basti resistere senza dover proporre nulla.
Intervallo di terza | Finale
La Manna camminava con accanto il Campa. Pensava a Manfredi, a tutto il casino fatto per trovarlo e all’ennesimo fallimento di cui avrebbe discusso fino alla nausea con il suo psicologo che certamente avrebbe trovato la crepa nel dolore che adesso le prendeva il basso ventre e l’avrebbe disinnescato, rendendolo ordinario e banale. «Dove stiamo andando?» ha chiesto il Campa. «In classe Campa, dove vuoi che andiamo». «Quindi: tutto qua. La Manna esce di classe e alla fine ci ritorna?» «Tutto qua».
Intervallo di terza | La ricreazione
Ha pensato che gli occhi fossero la cosa più bella: verdi e grigi, lontanissimi l’uno dall’altro in mezzo ad una faccia seria e nervosa. Lo rivedeva come in sogno, tanto era stato veloce, neanche il tempo di chiedere cosa o perché che già il suo zainetto saliva le scale, saltando i gradini a due a due, e si confondeva fra la folla di altri zaini uguali, quasi un campionario aziendale in transumanza verso le aule deserte.
Korea Film Festival, 21° ed. | Quasi un giurato
Il Korea Film Festival (KFF) sono due festival in uno: il primo, quello di chi ha da sempre amato la Corea e il suo mix letale di violenza, lotta di classe, ossessioni, voglia di assoluto, anche quando nessuno avrebbe saputo citare un solo nome di regista, musicista, attore coreano; il secondo, quello dei ventenni che si sono innamorati della Corea con i BTS, il K-Pop, e da lì sono partiti per scoprire i registi – Kim Ki-duk, Park Chan-wook, Bong Joon-ho. Le due fazioni si riconoscono subito: capelli bianchi e rughe i primi, capelli colorati su facce lisce e giovanili, i secondi. All’aperitivo di inaugurazione c’erano moltissimi primi e pochissimi secondi; in sala molti secondi e pochi primi.
Paterson | Scrivere
La notte in provincia è più densa, pensava, più lenta. La luce della scrivania, ingoiata dalla finestra, spariva lasciando il piccolo giardino al buio. Il quaderno aveva una copertina in cartone e delle righe rosse e blu che si alternavano sulla carta ruvida. Da piccolo controllava fino all’ultima pagina che non ci fossero errori di ritmo: due blu, una rossa. A volte lo faceva ancora, per nostalgia.
The Northman | Agricoltura biodinamica
Il fumo che il letame sprigiona sale lento nell’aria fredda dell’Holstein: lievi volute senza fretta cercano di mimetizzarsi con la nebbia dell’alba. Tutto è pace: i campi arati, la stalla addormentata, le distese di pascoli a perdita d’occhio. Darré cammina con passo lento e meditabondo, osservando ogni filo d’erba, ogni staccionata. Pensa che questa terra, questi campi, siano quanto di più vicino alla Natura sia possibile immaginare nel mondo contemporaneo. Non ci sono fertilizzanti chimici, né pesticidi per chilometri. I trattori sono sostituiti da mucche e buoi. Pensa che l’agricoltura sia l’inizio dell’umanità; che l’unità fra il contadino e i suoi campi, il lavoro onesto e continuo, la cura amorevole della terra, siano dei principi etici che rendono l’uomo migliore.
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