Jim Carrey, un amico, un padre per tutti noi. Di più: un modello.
Interstellar | Un trattato a quattro, no, no, volevo dire otto… sedici… diciotto mani!
I pezzi sono stati inseriti secondo un relativo ordine temporale relativo al tempo in cui sono stati scritti.
Frank | Una sinfonia per spazzolino e bicchieri
Gentile Proprietario di una Casa Discografica Molto Importante, è con la presente che vorrei informarLa dei rimarcabili risultati del periodo di isolamento creativo a cui la nostra band si è sottoposta presso un solitario ed evocativo cottage di montagna situato in una qualche regione del Canada che non sto qui adesso a dirLe – non perché non abbia stima delle sue certamente ottime conoscenze geografiche, ma perché in tutta onestà non lo so bene nemmeno io (in realtà nessuno qui ha ancora capito come sia andata la storia dell’organizzazione del viaggio, ma le interessa davvero?). Comunque.
Il commissario Maigret | I tempi del bagno
Mi si è rotta la jacuzzi, io ero dentro. è così. scivolato in una strada d’acqua nuotavo per andare in piscina. Gino Cervi parlava nel sonno con la signora Maigret.
La strada dritta | Lascia che pruda
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale Che anche se non valgo niente perlomeno a te Ti permetto di sognare T. Ferro
Ritorno a l’Avana | Differenziare
Tornato a casa dopo il film sono andato a riprendere dal cestino il giornale che avevo buttato via giorni fa, perché mi ricordavo che se ne parlava. Del film intendo. E’ passato Lapo e mi ha trovato là così, con i fogli tutti spiegazzati in mano, mezzi rotti, accartocciati: – Mbé, che fai? Leggi le notizie? Non si era accorto di niente, che il giornale era quello vecchio, che lo tenevo in mano ma gli occhi erano immobili. Era stanco Lapo, e quando è stanco gli vengono le rughe in fronte, longitudinalmente, ma solo quando è stanco. Ne aveva moltissime.
Si alza il vento | L’insostenibile insostenibile dell’insostenibile
Ti lancerò un aereoplanino, amore. Un aereoplanino di carta leggerissimo che volerà fino a te che stai al balcone, lassù, ed io quaggiù a guardarti da lontano. Ti lancerò un aereoplanino di carta piegato ad arte, amore, come gli aeroplani veri. E tu, che anche se sei malata sei uscita dal letto solo per me, lo prenderai e me lo lancerai indietro. Ed io inciamperò per prenderlo, e farò finta di cadere per farti ridere. E tu ti sporgerai dal parapetto, e fingerai di scivolare per farmi preoccupare. E faremo tutto questo, amore, per un tempo così assurdamente infinito da costringere qualsiasi sventurato spettatore ad accarezzare seriamente l’idea del suicidio.
Boyhood | Autosfiction
A intervalli regolari loro hanno continuato a incontrarsi, all’inizio lui non era che un bambinetto! Oggi quel bambino è quasi un uomo. Ma anche lui a riguardarsi indietro, guarda all’epoca che pellina intorno agli occhi! Non una mezza zampa di gallina. Ogni tre quattro anni lo chiamavano dall’ufficio di produzione e gli dicevano: – Ehi Ethan, come sei messo nel fine settimana? Ci sarebbe da fare due riprese a Austin. – Vai, non ti preoccupare, non c’ho un cazzo per le mani, passa il tempo e te non ci fai caso, se non fosse per questi film, eh? – Eh già Ethan, ma su di te il tempo scivola, c’hai una pellina, eh? – Già. Mi curo molto, uso delle creme. – Ah sì, creme? – Creme per il contorno occhi. – Capisco. Nivea? – No, macché, roba costosissima. – Capito.
The Brown Bunny | Quasi un trattato sulla caducità delle cose
Scordatevi controfigure alla Von Trier, scordatevi protesi genitali alla Kechiche. Nella quasi ultima scena del suo secondo film da regista, Gallo sceglie di prendere la questione di petto e di fare del porno vero, senza artifici o scappatoie. Sembra quasi ricalcare la regia dei porno da masturbazione, con tanto di stacchi sul viso gaudente dell’uomo e sulla nuca accompagnata e bionda della donna.
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