1) Per vendicare la morte dei genitori, un’orfana dotata di poteri sovrannaturali crea un’arma di distruzione di massa senziente e antropomorfa di cui poi si innamora, ricambiata. Quando un Titano tenta di servirsene per sterminare parte dell’umanità, risulta chiaro che la macchina deve essere distrutta, e così avviene. Impazzita per il dolore, la ragazza crea una realtà alternativa all’interno della quale l’arma non solo è ancora integra, ma conduce con lei un’idilliaca vita di coppia nei sobborghi di una tranquilla cittadina americana.
Pretend it’s a city | Tiscali
Seduta in uno di quei bar vecchio stile che esistono solo nei film di Scorsese, una tizia dall’acconciatura trapezoidale sposta il discorso su come, nel momento in cui lasci New York o decidi di passare un po’ di tempo altrove, non riesci a capacitarti di quanto la vita sia più facile. “È una città così impossibile che quando mi chiedono perché ci abito non so rispondere. Quello che so è che disprezzo chi non ha il fegato di farlo”.
Mank | Essere pagati per scrivere
In pratica questa casa editrice emergente molto cool mi ha messa sotto contratto. E potete fidarvi quando dico che mi danno, come si suol dire, una barca di soldi.
Le streghe | Tiziano Ferro
Se mi chiedono cosa penso riguardo al nuovo adattamento dal romanzo di uno dei miei scrittori preferiti (precisazione: dal summenzionato autore sono stati tratti, nel tempo, diversi film quasi tutti brutti o bruttissimi, alcuni in categoria: inguardabili), rispondo che mi ha fatto pensare a Tiziano Ferro.
Skam Italia | Microcar
Sostiene Giulia che al liceo i nostri compagni guidassero le macchinine.
Notturno | Confini
È l’agosto del 2007, o forse il giugno del 2006 o del 2004. Comunque è certo che siamo in vacanza. Il proprietario del Natura Camping arriva su un Iveco ribaltabile colore un tempo bianco e ora tutto-il-fango-del-mondo, apre il cancello che introduce alla struttura deserta e, senza scendere dal bolide, ci consegna un mazzetto contenente la chiave dei bagni, del gabbiotto dei rifiuti e di una gloriosa Apecar azzurra, oltre che dell’intera baracca. Poi sgomma via. A ripensarci forse è settembre.
A ghost story | Il pino
Di fronte al palazzo dei miei, qualche giorno fa hanno abbattuto il pino.
Ma non me ne sono accorta subito.
Mentre suonavo alla porta qualcosa era fuori posto e ho detto: “Hanno abbattuto il pino”.
Tu hai risposto: “Perché, c’era un pino?”
Sì, c’era un pino.
The Midnight Gospel | Smart Working
Di questi giorni ricorderò la fruizione incontrollata di storie Instagram, la paura di rimanere senza niente – senza lavoro, senza idee, senza un soldo – e l’intuizione che finché non apro la porta, finché non cambio l’aria della stanza, tutto rimarrà immobile, niente potrà alterarsi, sarò al sicuro.
American Factory | È una vita stupenda (quella dentro l’azienda)
A voi piacciono le dinamiche aziendali? A me sì. Sono una delle cose che mi rilassa di più al mondo, sul serio. La dimensione piramidale del potere, simile a quella delle antiche civiltà imperiali, la disposizione altamente significativa degli spazi, la scansione produttiva dei tempi. Mi tranquillizza in particolar modo la qualità preimpostata delle relazioni, il sapere come rivolgersi a qualcuno prima ancora di conoscerlo. L’inflessione della voce, la scelta del lessico, la selezione degli argomenti di fronte a un mocaccino alla nocciola: comodi comodi e pronti all’uso come una pila fumante di vestiti stirati. Ma andiamo con ordine.
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