Mi si è rotta la jacuzzi,
io ero dentro.
è così.
scivolato in una strada d’acqua
nuotavo per andare in piscina.
Gino Cervi parlava nel sonno
con la signora Maigret.
Quello che mi domando spesso non è la risposta di ciò che vorrei.
La strana idea del tempo delle immagini
che devono andare veloci.
Mettere la pausa per andare in bagno.
Non si perde nulla.
Un sole fisso silenzioso.
Dai ti faccio un esempio:
-Il commissario aspetta il suo turno per parlare con il capo-4.32 minuti di silenzio e un uomo seduto.
Poi è successo che:
Ho perso Giulia
l’ho persa dentro il letto
l’ho cercata tra le pieghe
nel buco nel centro dei due
materassi duri.
Ho perso Giulia
l’ho persa nel letto
ho sfilato le lenzuola piegate
per vedere se era sotto.
Sono andato al bagno mi son lavato
con il sapone le mani
per non sporcarla nel buio.
Sono uscito ho preso
la bici verde
ho fatto un giro per il cortile
e son risalito per vedere se c’era.
Maigret continuava…
non parla mai, lo fa parlare.
Capisco come ci si innamori delle abitudini,
di ciò che torna e che ti culla nella tua famiglia di categorie,
una voce che giuda l’empatia delle storie.
Le chiavi di casa che hai perso e non riesci a trovare
che scherzano con le chiavi della macchina a destra sul tavolo
sotto la maglia.
E’ così Giulia cullata dalla voce di Cervi mentre dorme
io che nuoto dentro le strade
aspettando che una scimmia mi pisci addosso
latte di mirtillo.
di Federico Hallenbeck corretto ed inserito per sempre da
Rispondi