The Assassin (2015) è l’ultima opera di Hou Hsiao-Hsien, uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo. Taiwanese, presenza fissa dei festival europei e vincitore di un leone d’oro alla fine degli anni Ottanta con Città dolente, Hou non ha mai avuto molta fortuna con la distribuzione italiana.
Arabian Nights, Volume Due | Futbologia
Il Portogallo, per noi cresciuti a Firenze, intorno alla metà degli anni novanta, è stato prima di esser qualunque altra cosa (un Paese, una letteratura e adesso di nuovo, dopo Manuel de Oliveria, una cinematografia) il paese di Rui Manuel Cesar Costa, più noto come Rui Costa. Numero 10 nella Fiorentina di Batistuta e rimasto in città a far da bandiera in anni che sembrano oggi belli, ma chissà se lo erano per davvero.
Arabian nights | Dormire al cinema
Mi ha scritto La Vero alle otto di mattina solo per dirmi che a vedere Arabian Night Volume I si era addormentata dopo 35 minuti netti. Ho pensato: come saprà il minuto esatto in cui si è addormentata?
Batman V Superman: Dawn of justice | Un esempio della ricorsività della fuga
Un esempio della ricorsività della fuga – mia, in questo caso, ma del blog in generale che ne fa un marchio e un metodo – è questa recensione che subito fugge dall’essere una recensione.
Zoolander 2 | Meglio conosciuto come 2oolander
Per chiunque si ricordi di Zoolander con quell’amore grato derivante dall’idiozia di una espressione da modelli irresistibile e comica fino all’inverosimile (ovvero la Magnum), tanto inverosimile da diventare a tratti memorabile, costui troverà con un certo dispiacere questo sequel alquanto più stucchevole.
Point Break| Gli otto sequel di Ozaki
Ho un coinquilino nuovo che si chiama Piero, ma si fa chiamare Bodhi. Mi ha proprio chiesto esplicitamente, dopo che aveva portato tutta la sua roba in casa e io gli ho detto: «Piero tutto a posto? Ti manca qualcosa?», che l’unica cosa di cui aveva bisogno era se per favore lo potevo chiamare Bodhi. «Come hai detto?» «Bodhi» «Perché?» Ho chiesto io dopo un po’ che lo guardavo mettere a posto le sue cose. «Perché è più fico di Piero. Piero mi sa di canzone di De André, io mi sento l’opposto di De André, mi sento più Bodhi. Sarebbe l’abbreviazione di Bodhisattva, che è ancora più figo di Bodhi, ma comincia a diventare complicato, quindi Bodhi è sufficiente». «Ok», gli ho detto io. Chi se ne frega, ho pensato.
Alla ricerca di Vivian Maier | Vivian chi?
Vivan Maier, dicevamo lasciando la sala del cinema, non ho mica capito se facesse delle belle foto, ma non potrai negare che non abbia una bella storia. Bah, un bel look, vorrai dire.
Carol | Trenini
La prima scena di Carol è una citazione. Il film citato è Breve incontro di David Lean (1945), uno dei migliori film inglesi di sempre. Nell’ultima scena di questo film un uomo e una donna stanno per dirsi addio (ma si amano ancora) al tavolo del bar della stazione – per tutto il film i due si sono incontrati casualmente finendo per innamorarsi, ma qualcosa ha sempre frenato la nascita di un vero rapporto.
Fantozzi | 40 anni rigirati come un calzino
Quando ero alle elementari molti dei miei compagni di classe citavano a memoria intere ere geologiche di Fantozzi. Io ero fantozianamente escluso perché i Fantozzi degli anni fine-ottanta e novanta proprio non mi piacevano (Superfantozzi; Fantozzi va in pensione, Fantozzi alla riscossa; Fantozzi in paradiso; Fantozzi – Il ritorno; Fantozzi 2000 – La clonazione) e quindi ero per così dire minoritario e fantozziano nel mio tentativo di socializzare con i compagni di scuola così da non sentirmi più un emarginato. In generale, quando li passavano alla tv, io, coadiuvato da mio padre, mia madre e mia sorella maggiore, cambiavo canale esattamente come si butta via un fazzoletto moccicoso. Solo dopo la morte cinematografica di Fantozzi mi è capitato di guardare il Fantozzi del 1975 e Il secondo tragico Fantozzi del 1976 e quello che ho scoperto è che non dovrebbe esistere un solo italiano che non abbia visto almeno una volta Fantozzi.
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