Sono andato a vedere questo film ad un noto multisala comprando biglietti via internet che ho risparmiato senza dire neanche “La prego ho dimenticato il tesserino invalidi psicologici” risparmiando 3 euro netti esentasse. Già questo mi ha messo di buon umore se devo essere sincero e certo che se poi devi sopportare 35 minuti di pubblicità e trailer lo fai con uno spirito diverso.
Poi finalmente comincia il film e dire che volevo vedere Rogue One perché sono ammanettato fin dall’infanzia a questa saga è a dir poco come le aspettative che avevo: quelle di un carcerato nei confronti delle proprie sbarre. E allora ridendo il riso dei disperati mi sono guardato questo spin-off e ho compreso alcune ovvie banalità:
- vedere film con bassissime aspettative e cinico scetticismo aiuta a rendere migliori i film
- non è detto che la profondità psicologica debba essere necessariamente approfondita
- esistono ancora vaghe sfumature di effetti speciali che possono farci spalancare la bocca
- la nostra società ha bisogno di tornare a sognare
- per sognare si deve morire
Di cosa parla Rogue One? Parla di me quando ero bambino e volevo essere un eroe disposto al sacrificio pur di salvare il salvabile e diventare così un eroe silenzioso della storia che miracolosamente però è ancora vivo e pronto a sconfiggere altri mostri cattivi.
Di cosa parla veramente Rogue One? Di una battuta, cioè più precisamente di una affermazione pronunciata a denti stretti nell’episodio 4 di Guerre Stellari (se non ricordo male mentre organizzano l’assalto alla Morte Nera). Cioè è praticamente lo spin-off ispirato a una sola frase del primo capitolo (cioè del quarto) di una saga composta solo per adesso da 7 voluminosi tomi filmici. Il che mi fa presagire la possibilità di creare spin-off da ogni battuta immaginabile della suddetta saga, fatto che mi getta in uno stato misto di entusiasmo postmoderno e sconforto post mortem.
Ma è bello Rogue One? No, però non è neanche brutto, voglio dire, insomma, io me lo riguarderei tranquillamente senza grandi problemi, anche perché a forza di ammiccare agli spettatori della trilogia aurea di Guerre Stellari alla fine ci abbocchiamo tranquillamente. E ne siamo anche contenti. Ci piace sollazzarci nella nostra infanzia.
Ma quindi è un film romantico? Sì, soprattutto per il coraggio delle bombe atomiche di rendere la fine un abbraccio tra chi sa ascoltare i vividi segreti che rimangono muti, mentre escludono, le bombe atomiche escludono chi non sa più sognare, imprigionandoli nell’incapacità di cantare le zone liquide dell’intrattenimento.
Non so se ho capito cosa volevi dire, ma almeno ti sei divertito? Sì, il film non dice nulla, non tiratemi fuori strane metafore della contemporaneità, perché al di là del coraggio che la Disney ha avuto nel raccontare una storia disperata dove non ci sono Jedi, ma solo forze incontrastabili del male che possono essere contrastate solo col più estremo dei sacrifici, ecco… ho perso il filo del discorso. Cosa volevo sostenere?
In estrema sintesi giusto per far credere ai tuoi lettori che sei intelligente? Sì, però certo che… ma dai smettila… è solo un sì.

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