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In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

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Sully | Precipitare in un fiume di sonno

13 Dicembre 2016 di ferruccio mazzanti

Mi dovrebbero pagare per dormire. Mi immagino una società dove il boom demografico sia talmente incontrollato da costringere le persone a dormire. Non le possiamo uccidere, ma le possiamo costringere a letto. Ho visto questo film (Sully) credendo che fosse un horror. È un fraintendimento tipico della mia famiglia ritenere le pellicole sui disastri aerei una specie di horror. Credo che sia una paura e un tabù tribale dei Mazzanti.

In assoluto il mio programma preferito in tv viene trasmesso solo alle ore piccole del mattino, con uno sharing del 0.01% e un’audience poco sopra i quindici spettatori, tutti ex alcolisti insonni che si scrivono su chat segrete cose come: Nella sedicesima stagione episodio nove la voce narrante sbaglia a definire i flap come allungamento dell’ipotenusa alare, perché sono un prolungamento del cateto, (non so se questo abbia un senso). Questo programma televisivo che tanto adoro si chiama “Indagini ad alta quota” (se anche voi siete degli appassionati del genere contattatemi quanto prima che sto cercando di realizzare un progetto incredibile) e in qualche modo è più interessante, analitico, narrativamente pieno di suspance, effetti speciali, pathos, ethos e logos di quanto possa esserlo l’ultimo, retorico, eccessivamente eroico film di Clint Eastwood, Sully appunto, che ho visto con la speranza di provare quel brivido che solo gli incidenti aerei sanno regalarmi.

Il fatto che fosse una storia vera, debbo ammetterlo, ha aumentato le mie aspettative. Il fatto che si siano salvati tutti, non ha diminuito il mio horrore. Il fatto che fosse un film d’autore, non lo so. Il fatto che… vaffanculo. Caro Clint, ci sono rimasto male, debbo dirtelo. Hai ancora una volta trasformato la tua storia in una sorta di western, che si svolge in tribunale, dove i proiettili sono le prove giudiziarie, i cattivi sono i simulatori di volo, e tutto il conflitto si scioglie con la velocità di un duello eseguito con vecchie Colt dall’impugnatura dorata.
E allora durante le piccole ore della notte, mentre da una parte tengo aperta la chat di quello 0,01% di sharing che insieme a me guarda “Indagini ad alta quota” conosciuto anche come “Mayday”, “Air Emergency” o “Air Crash Investigation”, torno a pensare a questo grande sogno che cambierebbe la storia dell’umanità o almeno il concetto che fino ad oggi abbiamo avuto del lavoro: una società, ascoltate bene, una società dove, aspetta non è una supercazzola, il boom demografico, non mi guardare così, è talmente incontrollato che, ho detto non mi guardare così, i vari stati decidono di, dai non te ne andare ancora, decidono di pagare una parte della popolazione per, e dai ascoltami solo un attimo ancora, ti pagano per dormire!

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Postato in: Oceani di autoreferenzialità, Sono figo solo io Tag: clint eastwood, Colt, Indagini, Mayday, Sully Fai un commento

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