Quando avevo poco più di dodici anni andai al cinema con alcuni compagni di classe per vedere l’ultimo capolavoro degli effetti speciali in circolazione, remake postmoderno dell’antichissimo La guerra dei mondi del 1953.
La promozione del film che volevamo tanto vedere io e i miei compagni di classe ci aveva messi in uno stato d’agitazione incredibile, perché nel 1996 Independece day rappresentava un sogno orrorifico che nessuno poteva permettersi di perdere. Mi ricordo che la ragazza di cui ero innamorato all’epoca mi stringeva la mano sopra il bracciolo del seggiolino: Independence day era anche un generatore d’amore. E quando il film giunse ai titoli di coda, tutti a domandarsi: ma se adesso usciamo fuori e troviamo che il mondo, cioè quello che noi proprio noi intendiamo come mondo, quello lì, ecco adesso non c’è più, ma tutti i palazzi sono crollati distrutti dagli alieni e sono rimaste in piedi solo una bandiera americana e due palme? E allora anche uscire dal cinema era diventato un brivido di suspense.
Così mi è risultato letteralmente impossibile non guardarmi questo Independence Day Rigenerazione, però questa volta me lo sono visto piratato (due mesi fa) e da solo, lontano da sguardi indiscreti, con cibo take away comprato dal mio ristorante cinese preferito e qualche litro d’acqua per buttare giù i bocconi più amari.
Spesso il problema di questi film d’azione ad alto budget statunitensi è la catena causa effetto, che non torna molto bene e che rimanda alla velocità del montaggio la soluzione dei nessi mancanti, ma qua non esiste proprio il concetto di causa ed effetto, dato che le giunture logiche fra le varie scene sono demandate alla memoria dei fan del primo fortunato episodio, un episodio vecchio ormai di venti anni.
Si assiste così più che ad un vero e proprio film ad una serie di immagini spettacolari che potrebbero appartenere a pellicole differenti, sembra quasi un mash-up ipercostoso.
Inoltre, e forse ancora più imperdonabile, è la totale mancanza di carisma di Liam Hemsworth. Se nel primo episodio Willard Carroll Smith, Jr., detto Will Smith, sopperiva ad una certa incongruenza del film con tutta la sua ironia da principino di Bel-Air prestato all’aviazione, qui invece Liam Hemsworth rappresenta un soldato solo apparentemente ribelle, perché di fatto nel suo profondo non è altro che un serioso blocco di pietra.
Sarà Jeff Goldblum (grandissimo attore che difenderei a prescindere da tutto) a farsi carico del peso ironico e postmoderno di questo sequel, ma impersonando un carattere più di pensiero che di azione fa scaturire un certo dislivello nella costruzione generale della storia, dove gli eroi sono dei pezzi di merda fascisti ma giusti, mentre gli scienziati sono dei goffi e simpaticoni imbranati (anche se poi troveranno il modo per spiegare a quelle marionette eroiche come fare per salvare il mondo).
Insomma ci hanno messo venti anni per fare questo film e poi se ne escono con una cosa così noiosa e cialtrona? Ma dai! E alla fine non sopravvivono neppure le palme, voglio dire le palme che hanno resistito là dove bunker anti plurime multiple atomiche non ce l’hanno fatta, quelle palme che erano un vero e proprio colpo di genio, neanche loro ci sono più.
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