C’è una cosa che accomuna quasi tutti i film di Danny Boyle. Si potrebbe riassumere in una frase e finirla lì, oppure arrivarci dopo una serie di scatti in avanti, finte partenze, cambiamenti di percorso, inchiodate secche e giri su se stessi, come farebbe lui.
A bigger splash | Una certa idea di ricchezza
Guadagnino, sai qual è il paradosso della ricchezza? (Il paradosso della ricchezza riguarda tutti, salvo gli aborigeni che rifiutano il denaro, ma forse neanche loro ne sono completamente esclusi. Riguarda me che scrivo adesso e riguarda anche i miei vecchi genitori fricchettoni che si sono trasferiti a vivere nei boschi con la comunità degli Elfi. Investe come rovina il più tamarro dei tamarri, è ovvio, ma raggiunge perfino il più elitario degli snob. Perché la ricchezza nelle diverse forme in cui si manifesta, è sempre la stessa cosa: soldi. Ma forse non è chiaro cosa intendo. Procediamo quindi con ordine)
Koyaanisqatsi | Non è una recensione a qualcuno o a qualcosa
C’è chi va ai festival e chi rimane a casa a deprimersi guardando un film in streaming. I festival sono interzone di passaggio piene di lustrini, dove la gente pare divertirsi mentre fuma una sigaretta al bistrò. I film in streaming sono opachi anche se li guardi sotto le coperte. C’è chi scrive e chi legge. C’è chi invia le proprie cose e chi le rinchiude dentro ad un cassetto aspettando la volontà di Dio.
Fiori d’equinozio | Il discorsetto prima del film
Di martedì siamo tornati al cinema anche se lei era cotta per il doppio lavoro, e il mio coinquilino stava messo ancora peggio, tutto il giorno in un posto chiamato “il Giogo”, che solo a sentirlo nominare si capisce che giornata era stata. Anche io ero stanco, anche se il lunedì e il martedì non avevo lavorato affatto, solo “lavorato” ai miei testi del futuro. Ma con loro avevo fatto attenzione a non sottolineare troppo quella mia stanchezza.
Suburra | Pilota
Subbburra è come una grande puntata pilota. Questo nella realizzazione – nessun personaggio viene approfondito e ognuno viene messo di fronte a sfide ancora più grandi e a potenziali sviluppi – come nelle intenzioni – nel 2017 Subbburra sarà la prima serie tv prodotta da Netflix in Italia.
The Lobster | La sindrome da Black Mirror
The Lobster, l’ultimo lavoro del regista greco Yorgos Lanthimos, ha vinto il Premio della giuria al Festival di Cannes e parla di una società in cui le persone sole vengono internate in una specie di hotel dove hanno a disposizione quarantacinque giorni per innamorarsi, altrimenti saranno trasformate in un animale a loro scelta. Consapevole dei livelli di stress che un soggiorno del genere può generare, l’attento personale della struttura si premura di fornire agli ospiti momenti di svago e intrattenimento tra cui: punizioni corporali, balli del mattone e battute di caccia all’uomo con fucili a tranquillanti. Tutto questo solo nei primi dieci minuti di film, cosa che rende piuttosto facile immaginare il verso che prenderanno i successivi centootto.
Everest | Lo scandaloso tour operator
Mi guardo questo film pensando di vedermi un Cliffhanger (con Sylvester Stallone) più evoluto condito con scene spettacolari, azione montanara, eroismo machista e forza di gravità. E invece mi ritrovo a guardare un remake di Grido di pietra (di Werner Herzog) ad alto budget e per di più con quel tono sdolcinato delle storie realmente accadute che strappano sempre qualche lacrima in più nel finale. E non è un bello spot per i tour operator che organizzano viaggi in cima al mondo.
Due parole due sul 2nd Florence Short Film Festival
Questa discussione non è mai avvenuta. Non si è svolta nel salotto di casa mia (salotto nel senso letterale del termine, non letterario). Con questo discorsetto non si vuole risolvere una questione, ma semmai sollevarla. È un discorso ampio: su chi dovrebbe fare le cose, su chi non dovrebbe, su cosa legittima qualcuno a fare qualcosa, se uno si legittima da solo, oppure se sono altri, o delle competenza specifiche. Si parla del Florence Short Film Festival (da ora in avanti FSFF) che si è tenuto al cinema Odeon di Firenze. Si parla in verità anche di me, di noi della Bocciofila, del nostro scrivere di cinema, del nostro scrivere in generale. Questo dialogo che non è avvenuto si è svolto tra me (SL) e un curatore di eventi culturali ipotetico (da ora in acanti CDEC).
Io e lei | L’era elisabettiana della commedia impegnata italiana
Nel film Io e lei, “credibile e delicata pellicola che mantiene un tono divertito anche nei momenti dolorosi, un sottotesto dolente anche nei momenti comici”, la Buy e la Ferilli interpretano una coppia che convive da 5 anni. C’è da dire: finalmente coppie di fatto entrano nelle trame di film mainstream anche in Italia, mentre in USA Ellen Page, dopo il suo chiacchierato outing, ha potuto girare Freeheld, con Julianne Moore, dove si affrontano i diritti delle suddette coppie e il loro effettivo riconoscimento. Ci stiamo lentamente arrivando, non ci siamo ancora – basti pensare al ridicolo putiferio mediatico\legale\umano che si è scatenato dopo la morte di Dalla attorno al suo compagno.