Sono seduta qui, in quello che sulle guide turistiche viene definito il più bel cinema della città, o forse, si potrebbe anche dire, il più bello tra i sopravvissuti all’avvento dei multisala, dei biglietti omaggio con i punti del supermercato, del pop corn biologico e dello strapotere del dcp sulla pellicola. Sono seduta qui, dicevo, in questo posto che un tempo era un teatro, e le poltrone sono tutte color oro, e le pareti hanno stucchi dorati, e ci sono lampadari in vetro soffiato con motivi floreali sormontati da una copertura scintillante. Sopra di noi, un’enorme cupola in vetro che, schiacciando qualche bottone, può liberarsi dalla calotta metallica che la protegge ed esporsi al cielo. Si racconta che, molto tempo fa, un proiezionista ci si sdraiò sopra per guardare le stelle. Quando qualche guardiano sconsiderato pensò bene di attivare la calotta, gli spettatori in sala si accorsero della sua presenza a causa del sangue che dal soffitto cominciò a colare sui loro paltò.
Durante la fila per il bagno incontro una semisconosciuta, che in un discutibile tentativo di conversazione mi confida di aver scelto questo film solo perché glielo avevo suggerito io tempo prima, trascinando con sé cinque amici recalcitranti, e dunque ecco, speriamo almeno che sia bello. Fa caldo in galleria, tremendamente caldo. Sicura di non essere osservata, nella solitudine del suo palchetto riservato la sottotitolatrice si sfila il reggiseno sudato da sotto la maglietta. Certo che sarà bello, vorrei dire all’inopportuna ragazza, e ti spiego anche perché.
Sarà bello perché sostanzialmente è un film sui neomelodici napoletani, ma ambientato a Gaza. Sarà bello perché, almeno per qualche minuto, ti farà pensare che la tua giornata pesante al lavoro, la riunione di condominio e la multa per eccesso di velocità presa andando a 57 all’uscita della superstrada, e mica a 130 in pieno centro, non sono poi un granché quando c’è chi deve attraversare un tunnel ed entrare illegalmente in Egitto per farsi un hamburger. Sarà bello perché è pieno di un senso di appartenenza commuovente. Sarà bello perché è una bella storia, di quelle che diresti che basta con questo buonismo surreale, se non sapessi che è vera. Sarà bello perché da queste parti ci si è dimenticati cosa significhi sentirsi rappresentati, se non hai la fortuna di essere nato a Napoli e di militare tra i fan di Rosario Miraggio. Guardare un paese che esulta perché un connazionale ha vinto la versione arab di X Factor magari sembrerà ingenuo, ma è soprattutto invidiabile.
Sarà bello, come sarebbe stato bello essere nati vicino al mare, con le navi da crociera ancorate nel porto, i turisti americani che si fermano giusto il tempo di scattare qualche foto e gettare a terra il tovagliolino del gelato. Bello come lasciare la porta di casa aperta sulla strada e la gabbia del canarino appesa ai fili dei panni, bello come vivere in un seminterrato con un lcd 48 pollici come unica finestra sul mondo e centrini all’uncinetto su ogni superficie visibile. Come comprare scarpe Dolce & Gabbana al mercato di Poggioreale la domenica mattina, che ci sono i prezzi buoni. Sarà bello come andare in vacanza in Costiera, che è vicino ma c’è l’acqua più bella del mondo, poi la sera si balla e quando saremo stanchi torneremo in campeggio, nella nostra roulotte iperaccessoriata anch’essa dotata di un imponente lcd comprato coi soldi della tredicesima.
Sarà bello come sarebbe bello veder colare dal soffitto il tuo, di sangue, invece che quello del povero proiezionista. Lui è stato punito perché voleva guardare le stelle, tu stai cercando di punire me per un film che non è ancora cominciato.
Rispondi