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In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

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Infernet | Una sega al cinema

4 Maggio 2016 di simone lisi

Ferlito, io mi ricordo di te.

Era il 2001 quando uscì quel tuo film, Tra cielo e terra.
Avevo sedici anni e andai al cinema completamente a caso.
Magari mi piaceva il titolo. Magari non c’era nient’altro.
Andai con la mia vecchissima fidanzata Annalisa.
Cioé allora aveva sedici anni anche lei, ma dico vecchisisma rispetto al presente attuale in cui ne abbiamo trentuno.
Il cinema era L’ideale.
Oggi al posto di quel cinema ci sono degli appartamenti.
Io credo che se oggi ci sono gli appartamenti è anche a causa tua e di quel tuo film, Ferlito.
Perché era un film di merda.

Parlava di un operaio che veniva licenziato, la crisi era ancora lontana, ma tu anticipasti i tempi. Non lo sai nemmeno tu come ti è venuto in mente, eh? L’operaio parlava da solo, parlava con quelli sotto la ciminiera, non mi ricordo bene se c’erano dei dialoghi o solo dei monologhi, mi ricordo solo che era una schifezza…

Il film era di una bruttezza rara, o almeno così ci parse, a me e Annalisa.

Tanto che a confermare questo nostro sentimento c’era un cinema deserto. Ma era pomeriggio Ferlito, questo io te lo concedo.

Se ripenso a quel tempo mi sembra che ci fosse lontano tutto.
Non solo un tempo lontano rispetto al presente attuale, ma proprio che allora noi fossimo lontani da tutto quanto in assoluto.

Ferlito, riappari oggi nella mia vita, quindici anni dopo. Pensavo di averti lasciato indietro. Invece sei te che hai lasciato me, come Annalisa.

Guardo il trailer del tuo nuovo film, dal mio divano, e mi sembra una vera merda. Mi pare una cosa tra l’angoscioso e il banale. Decido che non andrò a vederlo. Sono già in pijama del resto, e tanto il cinema L’ideale l’hanno chiuso da anni.

Penso che fu bello con Annalisa in quel cinema.

Annalisa, vabbé. Si sposa.
Così è ovvio che rispunta fuori Ferlito con Infernet, ma che titolo del cazzo.

Chissà se qualche sedicenne domani pomeriggio finirà per sbaglio dentro uno spettacolo pomeridiano, come noi tanto tempo fa.

E continuano a farti fare i film, Ferlito. Ma è un pensiero da persona indurita, sclerotica, ripenso a come ero plastico e giovane ai tempi di Tra cielo e Terra. Andavo al cinema a caso. In mezzo alla settimana. Che meraviglia.

Leggo qualche informazione on-line sul tuo film, tanto per finire di scrivere questo mio articolo. Ferlito, vedo che la colonna sonora te l’ha scritta Umberto Smaila. Ma che dici?

Comunque Ferlito i cinema sono quasi tutti chiusi. Il cinema italiano sta abbastanza di merda e anche io non me la passo tanto bene da un punto di vista di realizzazione lavorativa. Così il quadro-Paese che si delinea, quadro in cui tu continui a lavorare malgrado tutto, è abbastanza deprimente.

Oltre al fatto che Annalisa si sposa.

Ma, c’è un “ma” Ferlito. Perché io sono messo male, ma non sono te.

Ferlito io credo ancora che le cose miglioreranno. E lo credo in considerazione al fatto che, se dopo quella volta che vidi il tuo film non smisi per sempre di andare al cinema come sarebbe stato naturale, ma anzi diventai un appassionato di cinema e oggi c’è questo piccolo blog, allora forse c’è speranza.

Certo, già che siamo a dire le cose, nel mio nascente amore per il cinema ebbe il suo peso specifico anche quella sega che Annalisa mi regalò dentro al cinema, e a cui stasera rivolgerò un pensiero. Fu bello, davvero. Molto meglio del tuo film.

Vabbé.

Ciao Ferlito. Ciao grandissimo, e salutami Umbertone.

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Postato in: Lo sfogone 1 commento

Commenti

  1. Massimo Giachetti says

    5 Maggio 2016 at 13:04

    Ahahahah ! Questa volta ti querela Annalisa !!!

    Rispondi

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