Nel lato paterno della mia famiglia gira la storia di uno zio – non mi ricordo il nome – che era tornato a piedi dalla Russia.
Ipotesi di sopravvivenza | Böcklin
Don’t look up | La settimana di un cretino
Rebuild of Evangelion | La cospirazione contro Hideaki Anno
Osservato dalla cabina di pilotaggio di una sofisticatissima arma di distruzione di massa, il mondo appare da una prospettiva diversa. La plancia, inserita nel midollo spinale di un robot umanoide multifunzione alto quanto un grattacielo, ci permette di interagire col mondo dalla prospettiva di un dio.
Sound of Metal | Membrane
Furono due fischi simili, e ai fischi fece seguito la paura, l’ovattamento, il dolore. Poi fece seguito il silenzio, e il suono dei pensieri prese il sopravvento. Allora pensai che il linguaggio servisse all’uomo per comunicare non solo con gli altri, ma anche con se stesso: per ascoltarsi pensare.
Dune | Urofilia
Non pensavo che avrei apprezzato così tanto l’ultimo regalo di mio padre. So perché lo ha fatto e so anche quanto tempo gli è costato ideare questo oggetto, ma se devo essere sincero proprio non me lo sarei mai aspettato da lui, visto che ha passato tutta la vita a punirmi duramente per come sono fatto. Gli psicologi amano chiamarle parafilie, cioè quei comportamenti anomali o se volete atipici che ci guidano lungo quel viaggio dantesco che culmina nell’umido piacere, il più delle volte sessuale, anche se esistono casi di piacere meramente sensoriale, come quando si tocca il velluto e non è l’orgasmo il nostro fine, ma lo sprofondare nel tatto, tutti gli altri sensi mosche cieche con la testa piatta.
Anna | Il lampadario
di Enrica Fei La deflagrazione ha rovesciato i cassetti segreti di Angelica. Anche i più piccoli hanno visto le sue pietre preziose. Si sono sparse al piano di sotto, tutte minuscole e colorate. Dal piano di sotto al giardino, dal giardino fin dentro al bosco – e anche nella serra – ha detto uno dei Blu.
Double Trouble
Walther Ruttmann | Opus I, II, III e IV
E poi davanti a lui si presentarono enormi distese di colore omogeneo: turchese, rosa, arancione, un verde cupo. Omogenee nel senso di “prive di sfumature”, una specie di luce compatta, ma a strati. Questi colori erano inizialmente distese oceaniche in verticale, ma si erano trasformate in una glassa che si scioglieva dentro e fuori, andando a sconvolgere i limiti , in quello che potremmo chiamare un brodo primordiale vagamente zuccheroso e sul cui sfondo si palesava un abisso vertiginoso e nero come un inferno, come la morte immobile e vuota.
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