È una splendida serata di fine inverno. Sfreccio in bicicletta senza che le dita, prive di guanti, si congelino a contatto con l’aria, e per celebrare l’evento decido di andare al cinema a vedermi una cosa qualsiasi. In un multisala del centro danno il film dei The Pills, a dire il vero non avrei mai pensato di pagare un biglietto per guardarlo, ma tant’è. Anzi, ho talmente voglia di piazzarmi di fronte a uno schermo che ci vado da sola, a un ultimo, disertatissimo spettacolo serale. Compro un bicchiere di pop corn da un tizio simpatico al bar, faccio il mio ingresso trionfale nella sala prevedibilmente vuota e mi siedo proprio al centro, ignorando con gioia l’obbligo di occupare il posto assegnato, stampato a caratteri giganteschi sul biglietto.
Joy | Brevetti
L’argomento brevetti mi sta particolarmente a cuore per vari motivi. Prima di tutto, una persona che abbia inventato o brevettato qualcosa assurge immediatamente all’empireo della mia stima. Non sono sicuro del motivo, certo è che di tutta la prosaica fama che i rami tecnico e ingegneristico si portano dietro l’inventore fa rime e poesia. Possa egli aver inventato le scarpe con lo strappo o i buchi sulla carta igienica, l’inventore ha tutta la mia ammirazione. (Torneremo a breve sulla carta igienica.)
Revenant | Una recensione visiva
Disegni e testi sono opera integralmente integrale di Stefano Mutolo
Alla ricerca di Vivian Maier | Vivian chi?
Vivan Maier, dicevamo lasciando la sala del cinema, non ho mica capito se facesse delle belle foto, ma non potrai negare che non abbia una bella storia. Bah, un bel look, vorrai dire.
Irrational man | Fine corsa
Si può invertire una tendenza? Si può fare un film su un tema universale come il binomio caso-destino, oppure rileggere un tema come per esempio, vediamo… uno qualunque, facciamo il tema del delitto perfetto? Sì può? Si può partire per capodanno, andare a trovare qualcuno che sta lontano e nemmeno si dormirà con lui, ma in un albergo in centro, in quel paese sperduto sulle montagne, con il rumore di un trolley che ci accompagna? Si può? Partire così, invertire una tendenza, andare al cinema alle 18 a vedere Star Wars e poi alle 21.30 a vedere Bella e perduta di Pietro Marcello? Ma quando si mangia? Si può scrivere un pezzo su Guadagnino in cui si parla della ricchezza, di Pantelleria, di Dobermann che scivolano tra le nostre gambe come pesci di fiume, si può? Si può tornare a vedere Allen malgrado tutto, malgrado non abbia più niente da dire, ecco qua, niente di niente, che la sua voce sia solo una rilettura di temi universali che non faranno invertire nessuna tendenza, ma la confermeranno. Così le nostre partenze per Capodanno, i nostri amori spacciati a riempire questi giorni di ferie, le fughe a casa, le sbronze distanti, a sancire che anche domani è vacanza, e certo i nostri cinema a sottolineare niente, dai quali usciremo così, con la nebbia intorno e le micro-particelle d’acqua in bocca. Irrazionale, dici?
Dio esiste e vive a Bruxelles | Piangere al cinema
Il motivo per cui mi piace piangere al cinema è che al cinema si piange sotto gli occhi di tutti, mentre nessuno può vederti. Da un lato il bisogno di riservatezza inculcato da anni di placide passeggiate sui verdi pascoli della buona società, dall’altro il desiderio ossessivo, impellente e imperante di essere compresi, compatiti e amati da ogni singolo essere vivente in soggiorno su questo piccolo e azzurro pianeta. Due spinte diametralmente opposte, soddisfatte contemporaneamente da un unico gesto, plateale e segreto, sacro e sfacciato, al gusto burro, bollicine e grassi saturi.
Dheepan – Una nuova vita | Cose che sarebbe meglio non fare in dopo sbronza
Partendo dal presupposto che in dopo sbronza non è piacevole fare nessuna cosa, ci sarebbe da aggiungere che alcune sono particolarmente da s-preferire. Penso ad esempio all’essere chiamati al telefono. Io odio il telefono sempre, ogni giorno della mia vita e dell’anno, ma sarebbe assolutamente da non accendere in quelle giornate specifiche, quelle in cui la sera prima si è bevuto del gin cantando i tormentoni cingalesi.
Ritorno al futuro (Saga)| Un vero fan si commuove sempre
Ieri (Mercoledì 21 Ottobre 2015) Martin McFly sarebbe dovuto arrivare dal passato. E in effetti è arrivato all’interno degli schermi (anche questa volta non ci ha delusi). Per un motivo o per l’altro mi sono ritrovato tristemente solo a casa, ma non mi sono abbattuto. Ho pensato che era da tanto tempo che volevo rivederlo e questa poteva essere un’ottima scusa. Ho controllato se per caso davano Ritorno al futuro al cinema e ho scoperto non solo che lo davano, ma che c’era anche il raduno mondiale di Ritorno al futuro in ben due cinema di Firenze, entrambi multisala. RADUNO MONDIALE: ma vi rendete conto? Propio a Firenze!!! E come potevo perdermelo?!
La prima luce | Film che non ho finito di vedere al cinema
Uno. Grindhouse Un tempo aveva un’amante. Si incontravano a casa di un amico, o nei dintorni della casa dell’amico che era un po’ fuori città e i rischi di incontrare gente conosciuta erano minimi. Si incontravano una volta a settimana o anche meno. Lui là aveva un qualche lavoretto saltuario per cui che fosse da quelle parti non stupiva nessuno. Lei lo raggiungeva con la sua panda bordò, perché era una studentessa e aveva molto tempo libero. I rispettivi compagni, chissà se sapevano qualcosa, o no, ma magari qualcosa potevano sospettare, comunque quella situazione era a tratti bella e a tratti faticosa. Molto faticosa sopratutto mentalmente, cosa ho detto a chi, che registro usare in un caso e nell’altro, frasi ripetute più volte. Perché dopo un po’ che durava la storia clandestina anche quella iniziava a normalizzarsi e si entrava in dinamiche di abitudine, come dall’altro lato, nella relazione solare. Poi una sera lei insistette per andare al cinema, a vedere Grindhouse, in un cinema del centro, che oggi non esiste nemmeno più. Era mercoledì sera e lui lo sapeva che non era una buona idea accettare, ma accettò. Perché era stufo di quella situazione, di segreti, di bugie. E al cinema preciso nella poltrona dietro la loro c’era seduto il miglior amico della ragazza, di quella ufficiale, ecco come fu. Lui a metà film si alzò e andò via perché era certo di esser stato riconosciuto e perché il film comunque gli sembrava un po’ una cacata.
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