Mina ha deciso di farlo, vuole essere coraggiosa. Non si tratta di una scelta logica, ma istintiva. Necessità, dovere e dogma: attraverserà lo spazio su quel filo sottilissimo per arrivare dall’altra parte.
Made in Hong Kong | Visione triste
Ci stacchiamo e piombiamo di schiena sul materasso, ansimanti e bagnati, uno accanto all’altra. Sto ancora vibrando per l’orgasmo, il calore dall’inguine si è diffuso in tutto il corpo, un’unica brace che fra poco si spegnerà.
Lei si accende una siga e me ne passa un’altra. Piegandomi, avvicino la punta alla sua scintilla, i nostri fiati si ritrovano attraverso le ceneri e allontanano il freddo ancora per qualche minuto. Stiamo lì distesi, il fumo sale lento a dipingere il soffitto, lo inseguo con gli occhi.
«Cosa faresti se morissi?» mi chiede.
Il cielo sopra Berlino | Doppelgänger
Nel luglio del 2018, quando il caldo estivo cominciò ad annebbiare e offuscare l’aria in cui il pensiero dovrebbe muoversi liberamente, decisi che era giunto il momento di tornare a Berlino, con la speranza di sfuggire a una indeterminata sensazione di vuoto, intrecciata ad una altrettanto vaga percezione di stare perdendo la chiarezza del ragionamento, potenziali derive, queste, che stavano prendendo il largo dentro di me, e dovute, pensai, alla conclusione di un periodo durante il quale mi era parso di intravedere la possibilità di uno sviluppo positivo di una questione che aveva un che di propizio e che mi stava molto a cuore, da molti anni.
C’eravamo tanto amati | I bambini che piangono nei film
Mio nipote di 4 anni mi ha chiesto: «Chi è Hans Werner Henze?». In realtà non lo ha detto proprio così, ha detto una cosa tipo hanzeiderenz tanto che inizialmente pensavo contasse in tedesco. Stava pure finendo di masticare la sogliola. Gli ho risposto, mentre toglievo i bicchieri colorati in plastica rigida dal tavolo: «era un compositore tedesco con la Maserati che fumava troppo». Nel dirlo, ho notato che i poveri chiamano le automobili per metonimia, utilizzando cioè il nome del brand per indicare l’auto, con l’articolo femminile. I ricchi fanno lo stesso, ma col maschile. Il Maserati, il BMW, il Porche, il Ferrari. A dire la Ferrari, la BMW, la Maserati, sono solo quelli che queste automobili non possono permettersele.
Fleabag | Sorridere
di Stefano Tarquini
Ti guardi in uno specchio rarefatto di prosecchi
Con tutta la tua vita che corre velocissima
Non fai altro che mentire a te stessa
Non chiami tuo padre, non ricordi il cognome di tua madre da bambina
Summertime | Uccello a Venezia
di Antonio Casto
Tedesconi, americanoni, inglesoni, austriaconi, francesi meno estesi ma altrettanto prestanti. Tutti tassativamente sopra il metro e ottantacinque e sotto i ventott’anni. È il regno di quella peluria bionda che attrae Dirk Bogarde e che solo nel Veneto, per qualche motivo, svetta spesso fresca, opaca e stopposa.
Mediterraneo | L’effetto noventa
di Piergiorgio Andreani
Bevo un bicchierino di ouzo ogni sera, prima di cena. Ho iniziato a farlo pochi giorni dopo essermi trasferito a Kastellorizo. Di solito a casa, altre volte, come stasera, in uno dei locali vicino al porto, a un passo dalla riva.
Vivendo qui ho conosciuto la differenza tra il silenzio di città e il silenzio della natura. Artificiale ed effimero l’uno, ovattato e limpido l’altro. È così anche per gli odori: sono più saturi. Il mare cambia perfino il gusto dei mezedes, gli stuzzichini di pesce che accompagnano il mio aperitivo. Quest’isola mi ha insegnato che niente, in città, sa davvero di ciò che dovrebbe sapere.