Subbburra è come una grande puntata pilota. Questo nella realizzazione – nessun personaggio viene approfondito e ognuno viene messo di fronte a sfide ancora più grandi e a potenziali sviluppi – come nelle intenzioni – nel 2017 Subbburra sarà la prima serie tv prodotta da Netflix in Italia.
The Lobster | La sindrome da Black Mirror
The Lobster, l’ultimo lavoro del regista greco Yorgos Lanthimos, ha vinto il Premio della giuria al Festival di Cannes e parla di una società in cui le persone sole vengono internate in una specie di hotel dove hanno a disposizione quarantacinque giorni per innamorarsi, altrimenti saranno trasformate in un animale a loro scelta. Consapevole dei livelli di stress che un soggiorno del genere può generare, l’attento personale della struttura si premura di fornire agli ospiti momenti di svago e intrattenimento tra cui: punizioni corporali, balli del mattone e battute di caccia all’uomo con fucili a tranquillanti. Tutto questo solo nei primi dieci minuti di film, cosa che rende piuttosto facile immaginare il verso che prenderanno i successivi centootto.
Everest | Lo scandaloso tour operator
Mi guardo questo film pensando di vedermi un Cliffhanger (con Sylvester Stallone) più evoluto condito con scene spettacolari, azione montanara, eroismo machista e forza di gravità. E invece mi ritrovo a guardare un remake di Grido di pietra (di Werner Herzog) ad alto budget e per di più con quel tono sdolcinato delle storie realmente accadute che strappano sempre qualche lacrima in più nel finale. E non è un bello spot per i tour operator che organizzano viaggi in cima al mondo.
Due parole due sul 2nd Florence Short Film Festival
Questa discussione non è mai avvenuta. Non si è svolta nel salotto di casa mia (salotto nel senso letterale del termine, non letterario). Con questo discorsetto non si vuole risolvere una questione, ma semmai sollevarla. È un discorso ampio: su chi dovrebbe fare le cose, su chi non dovrebbe, su cosa legittima qualcuno a fare qualcosa, se uno si legittima da solo, oppure se sono altri, o delle competenza specifiche. Si parla del Florence Short Film Festival (da ora in avanti FSFF) che si è tenuto al cinema Odeon di Firenze. Si parla in verità anche di me, di noi della Bocciofila, del nostro scrivere di cinema, del nostro scrivere in generale. Questo dialogo che non è avvenuto si è svolto tra me (SL) e un curatore di eventi culturali ipotetico (da ora in acanti CDEC).
Io e lei | L’era elisabettiana della commedia impegnata italiana
Nel film Io e lei, “credibile e delicata pellicola che mantiene un tono divertito anche nei momenti dolorosi, un sottotesto dolente anche nei momenti comici”, la Buy e la Ferilli interpretano una coppia che convive da 5 anni. C’è da dire: finalmente coppie di fatto entrano nelle trame di film mainstream anche in Italia, mentre in USA Ellen Page, dopo il suo chiacchierato outing, ha potuto girare Freeheld, con Julianne Moore, dove si affrontano i diritti delle suddette coppie e il loro effettivo riconoscimento. Ci stiamo lentamente arrivando, non ci siamo ancora – basti pensare al ridicolo putiferio mediatico\legale\umano che si è scatenato dopo la morte di Dalla attorno al suo compagno.
Mia madre | Il razzismo
Nella sala semivuota del cinema ci sarà spazio sufficiente per trovarmi accanto un tipo psicologico che svelerà la mia natura intollerante: sono i mangiatori di pop-corn e patatine, tante ch’io non avrei creduto potesse uno comprarne a un bar senza provare almeno un po’ di vergogna.
Jurassic World | Dinosauri a Expo
A Expo c’è l’Albero della vita, che per chi non lo sapesse è un torrione alto trentasette metri in legno e acciaio, dotato di decori floreali, che s’innalza in mezzo a un laghetto punteggiato di fontane e all’occorrenza sputa fumo colorato (l’albero, non il laghetto, quello sprizza solo getti d’acqua). Dato che questa specie di totem che sembra uscito da un festival goa-trance è costato svariati milioni di euro, viene da domandarsi quale sia la sua reale utilità. Risposta: nessuna. Ma hey, è una fiera, e i visitatori vogliono intrattenimento. A Jurassic World invece c’è l’Indominus Rex, un bestione creato in provetta shakerando geni di T-Rex con quelli di altre varietà animali per ottenere un ibrido che unisca la ferocia di un grande carnivoro preistorico a una forza e un’intelligenza fuori dal comune, senza contare una forte propensione a uccidere. Anche l’Indominus è costato alla Masrani Global svariati milioni di dollari, oltre che un rischio d’impresa non indifferente. Ma anche qui, stiamo parlando di un parco tematico, e i clienti vogliono più zanne, più artigli, più sangue.
The Tribe | Vita da cani
Sto aspettando la mia amica quando entra una coppia trafelata con cane al guinzaglio. Lei guarda la bigliettaia, poi indica l’animale e domanda “lui?”. La cassiera si produce in una serie di espressioni di sorpresa, disappunto e sconcerto una dietro l’altra. Sulle porte del cinema sono affissi cartelli piuttosto eloquenti, ma l’aria perentoria della proprietaria del cane l’ha gettata in un irreversibile stato ansioso. Mi guarda, “che si fa?”, come se la cosa dipendesse da me. Faccio cenno di si con la testa e vengono lasciati passare. La ragazza non sorride, non ringrazia, forse segretamente sperava che il suo accompagnatore non socialmente accettabile l’avrebbe salvata da due ore di film ucraino interamente in linguaggio dei segni. Non sembra soddisfatta, forse per una volta il cane non è stato il migliore amico dell’uomo. “Come si chiama?” chiedo. “Rocco” mi risponde.
Moss Side Story | Altrimenti siete uno schifo del cazzo
Dovete ascoltarlo fino in fondo per capire di che razza di film si tratti. Perché l’unica persona che ha visto questo film è Barry Adamson e Barry Adamson l’ha musicato e così potrete ascoltare la colonna sonora, sì la colonna sonora di un film che non esiste. E mai esisterà.