Don’t look up | La settimana di un cretino
Dune | Urofilia
Non pensavo che avrei apprezzato così tanto l’ultimo regalo di mio padre. So perché lo ha fatto e so anche quanto tempo gli è costato ideare questo oggetto, ma se devo essere sincero proprio non me lo sarei mai aspettato da lui, visto che ha passato tutta la vita a punirmi duramente per come sono fatto. Gli psicologi amano chiamarle parafilie, cioè quei comportamenti anomali o se volete atipici che ci guidano lungo quel viaggio dantesco che culmina nell’umido piacere, il più delle volte sessuale, anche se esistono casi di piacere meramente sensoriale, come quando si tocca il velluto e non è l’orgasmo il nostro fine, ma lo sprofondare nel tatto, tutti gli altri sensi mosche cieche con la testa piatta.
Poeti dall’inferno | 3 persone che vivono con la scrittura
Ho conosciuto molte e diversificate persone che grazie alla scrittura riuscivano a ricavarne uno stipendio che gli permettesse di fare la spesa una volta alla settimana e all’occorrenza godersi una serata fuori con gli amici. Alcuni di questi scrittori erano esseri solitari e vagamente scorbutici. Altri erano narcisisti esasperati. Altri ancora gentili, altruisti, umili. Da tutto questo ne ho dedotto che non esiste una regola per decodificare il carattere di un individuo tramite le tracce che la scrittura imprime dentro la loro anima. Voglio dire: la carta su cui scriviamo è un po’ come la sabbia, che appena soffia un po’ di vento o l’onda allunga le sue braccia vellutate sulla scritta, allora il messaggio viene annichilito e scompare dalla nostra bla bla bla.
Psyco | Non asciugarsi i capelli
Era un giorno come gli altri, ordinario e di routine, senza il minimo segno che lasciasse presagire cosa sarebbe successo. Janet si alzò insieme a suo marito, Norman, gli preparò la colazione e lo salutò quando uscì per un appuntamento di prima mattina. Rimase sulla porta, salutandolo con la mano mentre lui se ne andava in macchina dalla loro nuova casa, adagiata su una collina. Quella casa era soprannominata “di vetro” per le sue enormi finestre cielo-terra inondate di sole da ogni lato. Tornata in cucina bevve il suo caffè della mattina, scorse i titoli del giornale e aspettò che i due figli adolescenti scendessero. Preparò per loro alcune frittelle, poi corse di sopra a vestirsi per andare a lavoro.
La febbre dell’oro | Mentre tu vieni io vedo oro
Hai un diavolo negli occhi da cui cola oro. Nel tuo salotto buio, prima che inizi il viaggio, devi dire quello che vuoi dire, perché non torneremo indietro.
Walther Ruttmann | Opus I, II, III e IV
E poi davanti a lui si presentarono enormi distese di colore omogeneo: turchese, rosa, arancione, un verde cupo. Omogenee nel senso di “prive di sfumature”, una specie di luce compatta, ma a strati. Questi colori erano inizialmente distese oceaniche in verticale, ma si erano trasformate in una glassa che si scioglieva dentro e fuori, andando a sconvolgere i limiti , in quello che potremmo chiamare un brodo primordiale vagamente zuccheroso e sul cui sfondo si palesava un abisso vertiginoso e nero come un inferno, come la morte immobile e vuota.
Victoria | Berlin, le fou
Tutte le volte che vado a Berlino succede qualcosa di strano. Se proprio dovessi trovare un colpevole per questi eventi anomali, senza dubbio direi che è la città. Una città che male si abbina all’idea dello spirito nazionale teutonico.