Tutte le volte che vado a Berlino succede qualcosa di strano. Se proprio dovessi trovare un colpevole per questi eventi anomali, senza dubbio direi che è la città. Una città che male si abbina all’idea dello spirito nazionale teutonico.
Generalizzando i tedeschi dovrebbero essere tutti dediti al lavoro, puntuali, privi di fantasia. A Berlino ho conosciuto l’entropia, pazzi tossicomani, teorici della disoccupazione, movimenti per la difesa dei ritardatari, cooperative di smemorati, cloache di fantasiosi, abomini del caos, disordini alimentari, prostituzione di ogni tipo, alieni, innamoramenti folli durati quindici minuti, fughe sconclusionate, furti, total pet, panchine dormitorio, mercatini di sogni, caminetti di soldi, combustibili per emozioni, denudamenti, scazzottate, traduttori istantanei di offese in ogni lingua possibile, magic kebab, condutture ossidate d’amore, neve a palate, eserciti di dottori per il primo dell’anno (una guerra tra titani con Napoli), computer smontati, dispersione di calore, disgregazione dell’io, moltiplicazione delle personalità, matrimoni falliti, figli scomparsi, auto incidentate, carrelli pieni di bottiglie di birra vuote, barbecue domenicali, parchi strafatti, strade molli, piste ciclabili artistiche, palazzi abbandonati, campeggi sui tetti, fuochi, pioggia, risate, attacchi di panico, sconosciuti, amici dimenticati, corse nudi alle quattro del mattino, piedi che dondolano da un ponte, tuffi, scaramucce, artisti, ciarlatani, ammanicati, raccomandati, squattrinati, anacoreti, astronauti, assassini, asserviti, aspiranti, cantautori, politici, pessimisti, nichilisti, papisti, evangelisti, evaporati, fragili, modelle, fotografi, fronzoli, frenetici, garbati, ornitologi, malati, medici, polemisti, nani, nascosti, discriminatori, inattuali, euforici, maturandi, naufraghi, euclidei, puzzolenti, occhialuti, ripescati, acciughe, iraniane, francesi, spagnole, inglesi, russe, polacche, slovacche, svizzere, austriache, belghe, colombiane, italiane, cappelli a tesa larga, distese di polvere in ogni angolo, anche nei bagni pubblici, camerini, camere da letto senza tende, spogliarelli gratuiti, opere sinfoniche di rutti, binari usati come sedie, petali di rose a sconosciute, lettere imbucate a caso, tatuaggi sconsiderati, scritte sui muri, adrenalina, euforia, metafisica di un mondo che non esiste più, mentre taci davanti allo specchio, costretto a guardare nei tuoi occhi la vita che passa e tu sai chi è sopravvissuto.

Bel pezzo Ferro, molto bello