Ieri sera ho rivisto L’odio dopo tantissimi anni. L’ho rivisto con mia moglie.
Soul | Villa Giulia
Al termine di una riunione on-line del collettivo In fuga dalla Bocciofila, quando si era già alla fase dei saluti, Carlo ha detto, con una voce stranamente distratta, che voleva aggiungere un’altra cosa.
Aylesbury Estate | Gentrificazione per sempre
1860_Esterno giorno_ In una generica piazza italiana ottocentesca, ma potrebbe sembrare anche settecentesca o seicentesca: caotica, brulicante, anche le cose inanimate si direbbero avere vita propria, del fumo esce dal terreno come in un Averno o in una New York di fine millennio. Un messo regio con redingote, marsine lucide e calzari verde brillante annuncia per tutti e per nessuno, in piedi di fronte a una casa, lo sgombero imminente per far fronte alle esigenze di Firenze Capitale. Il mercato vecchio, con annesso ghetto ebraico, verrà di lì a poco brutalmente raso al suolo, per dare seguito alle deliranti idee di progresso di un certo Enrico Poggi. Da questa visione a volo di uccello ci abbassiamo fino a un gruppo di persone, si direbbe una famiglia, che cammina trascinandosi dietro un piccolo carro. Percorrono così via dei Fossi, scendendo in direzione del fiume, pronti a raggiungere l’Oltrarno, dove una qualche casa di parenti l’attende, con il lenzuolo d’ordinanza a dividere e duplicare lo spazio. Un uomo rosso e greve, apparentemente il padre di famiglia, stringe i denti e bestemmia verso il cielo in modo pittoresco, una lunga litania di ingiurie rivolte verso il Creatore che intrecciano, unendosi l’una con l’altra, una specie di ghirlanda. La moglie sorride stolidamente, guarda i nonni e i figli issati sul carretto ricolmo di robaccia e sussurra a mezza voce quanto detesta i traslochi.
Fearless foxes: our story | Fasi
Ho ufficialmente il blocco dello scrittore.
18° Florence Korea Film Fest | Canone del desiderio
Fare il giurato al Korea Film Festival è sempre stato il mio sogno. Non il mio unico sogno, ma uno dei miei sogni. Per questo quando a gennaio ho ricevuto la proposta di far parte della giuria (grazie Caterina) sono stato molto felice e ho accettato a scatola chiusa, senza sapere bene cosa avrei dovuto fare esattamente. A poco a poco si è delineato il quadro dei miei doveri che erano in pratica tutte cose che amo: vedere un sacco di film, tipo due o tre di seguito che poi fai fatica a distinguerli e ti sembra di aver visto un unico film lunghissimo dalla trama dadaista; fare una valutazione dei film, mia, personale; partecipare alla serata inaugurale e alla cerimonia di chiusura del Festival, magari salendo sul palco, premiando i vincitori o fare un breve discorso imbarazzato. avere un badge con la mia foto e accanto scritto “giuria” da indossare con finta indolenza nel foyer del cinema. Era tutto come avevo sempre sognato. Poi però, come spesso accade nella vita, le cose sono andate diversamente.
Sideways, In viaggio con Jack | In vigna
A volte nella vigna ho pensato a certi scrittori che conosco gente che nelle loro vite avranno lavorato sette minuti in totale.
The Last Dance | Le patate
Da alcuni giorni ho un’idea fissa. Patate. Patate normalissime che io taglio a pezzi per poi lessarle, prima di metterle in forno. Ci sono queste patate che non mi si schiodano dalla testa.
L’eclisse | Il panno Swiffer
Il suono che fa il manico dello Swiffer, senza il panno Swiffer, se lo strisci sul pavimento di casa, è una specie di lamento.
Memorie di un assassino | Memorie di un mitomane
Salire sul carro del vincitore.
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