Caro Alex, ti ricordi di New York? A me sono rimasti il nostro bar e la passeggiata delle sei del mattino. Quanti anni sono passati? Venti? Duecento? È tutto così confuso da quando ho smesso con la coca, non sono più lo stesso. Mi sembra che fossimo molto innamorati, allora. Ricordo la tua mano nella mia mentre ridevamo dell’alba che illumina il Flatiron Building e del freddo fuori stagione, con i tulipani fioriti. Ero di sicuro ubriaco Ero sempre ubriaco quando ero con te. Ti amavo, mi sembrava di amarti tanto.
Cold War | Amore ad alta intensità
Come posso dire «amore»? Come un lago che straripa, acqua scura e melmosa, sporcando panchine e chioschi? Lo sento crescere inevitabile e lento, spinto da ghiacciai e piogge così lontane da crederle irreali. Raschia per giorni, per settimane, per mesi: un vecchio argine cede e il lago è fuori e dentro e dappertutto. Per non annegare afferri pali e ringhiere, spingendo sott’acqua vecchi e mamme con passeggini. Non te ne frega niente, vuoi solo rimanere a galla.
Revenge | Una donna che ha ragione
Un mio amico (di cui non farò il nome) è solito andare a letto con diverse donne nello stesso periodo. Quando mi racconta, davanti a una birra, i casini in cui si infila, mi dice cose tipo: “lo faccio solo per reincollare i pezzi in cui mi sono frantumato”. Mi dice anche cose tipo: “invidio un po’ la tua vita ordinata e ordinaria”. A volte si spinge fino ad un: “Vorrei mettere su famiglia, fare un figlio e comprare un cane, che nella mia immaginazione sono tutte e tre un po’ la stessa cosa, ma lo vorrei lo stesso”.
Il tempo delle mele | Ai tempi delle medie
American Sniper | Una lettera d’amore
Caro Mr. Eastwood – posso dire caro Clint? Lo dico – caro Clint, questa è una lettera d’amore – lo è davvero – e solo per questo mi permetto di usare il nome proprio, un nome che – ci tengo tu sappia – ho sempre maneggiato con estrema cautela. Clint. Quanti Clint esistono all’anagrafe lì da voi? Ammetto di non aver fatto grandi ricerche, ma sono pronta a scommettere che non sono poi molti. Un nome che ricorda un suono metallico – un bossolo di proiettile, una chiave, un meccanismo che scatta. “Clint!” Quasi una formula magica.