LEGGI LE PUNTATE PRECEDENTI La Manna si è messa una mano sul collo e per un attimo le è parso che quella non fosse la sua mano e quello non fosse il suo collo, ma due corpi estranei che entravano in contatto per la prima volta. Davanti alla porta socchiusa della sala professori è rimasta così, a contare le pulsazioni che dalla vena le battevano sulle dita, per assicurarsi che, sì, quella fosse la sua mano, quello fosse il suo collo e quelli che scorrevano dentro di lei fossero i suoi globuli rossi, lanciati a tutta velocità nei vasi sanguigni, attraversando ogni organo, ogni muscolo che componeva la Manna, una Manna che in un qualsiasi istante si sarebbe potuta disintegrare ma che quel battito incessante teneva insieme. «Attenta secchioncella. Se entri lì dentro neanche io ti posso aiutare», le ha sussurrato Biagio passandole accanto e spazzando via dai suoi piedi della polvere inesistente, prima di allontanarsi senza guardare indietro. La mano della Manna ha poi lasciato il collo e si è poggiata sulla porta, spingendola lentamente.