– Vi odio, vi odio entrambi! Le tirai uno schiaffo. – Non potevate morire come tutti?
Frances Ha | Hipster Central
Chai latte, mocaccino, tè verde e un succo di melograno. Sulla tavola non mancava niente. C’erano tutti: Ilda e Marco, Karim e il suo Jean, Luisa e Haas. C’ero anch’io, un sabato mattina magnifico. Weserstrasse era allagata di sole che, dai piccoli balconi quadrati del palazzo, proiettava eleganti ombre a 45° sulla strada e sui tavolini punteggiati da piante fiorite, appena, come se non importasse. Ilda e Marco erano tornati da un viaggio a Londra e ne parlavano con grandi sorrisi, spiegando che Camden Market era talmente turistica da tornare interessante, un esempio di meta-presenza, così contemporanea. Gli altri ridevano, Ilda e Marco volevano sempre scoprire meta-presenze, le vedevano ovunque.
The Man in the High Castle | La questione del “Santo Natale” nella prospettiva del socialismo realista italico. Riflessioni e raccomandazioni proletarie del 75° comitato centrale della Repubblica Sovietica Italiana
– Cari compagni, care compagne! La Segreteria Centrale Unitaria del Partito Comunista Italiano era schierata in pompa magna e aveva inchiodato perfettamente quell’equilibrio importantissimo da trovare fra lusso, ostentazione, medaglie appuntate sul petto; e modestia, umiltà, proletarismo modaiolo. I membri dovevano trasmettere l’idea di essere gente comune che con impegno, dedizione, duro lavoro e sacrificio erano stati riconosciuti come i migliori rappresentanti della classe dei lavoratori. La giornalista di Moda Proletaria, una rivista molto seguita dalle masse, l’avrebbe definita “eleganza incosciente”.
I miei vicini Yamada | I giapponesi non ridono mai
– Mai, neanche quando sono a casa? – Mai, ti dico, non ridono mai.
The Expanse | Young Red Love
Quando vedo Duah mi sento morire, non riesco più a seguire nulla di quello che dice la Guida. Mi fisso le mani, sorridendo come una stupida, oppure lo schermo esterno finché non vedo i singoli pixel e l’illusione della prateria o quella del mare svaniscono. Sono schermi antichi, di quando costruirono questa cupola, una delle prime.
Volevo nascondermi | Tat tvam asi
Luciano non era convinto: gli occhi della tigre lo seguivano eppure lui non riusciva a ricordarsi se l’avesse dipinta o, al contrario, se fosse lui sdraiato su una tela, impastato a olio, pronto per essere venduto. Fabbricava quadretti scadenti 12 ore al giorno in un capannone diviso a settori: paesaggi invernali, paesaggi estivi, marine e animali. Nel suo settore la maggior parte dei colleghi avevano dei timbri di cani e gatti che inchiostravano alla buona e premevano con forza 7, 8 volte al minuto. Poi c’erano gli uccelli: una squadra simpatica ma un po’ svitata di spagnoli che erano specializzati in piume e becchi. Inchiostrare una piuma non era facile, Luciano lo sapeva. E poi c’era lui: tigri e altri animali rari. Erano i quadri meno venduti anche se, Luciano ne era convinto, erano quelli più curati. Ne faceva al massimo uno al minuto, passando bene il rullo sullo stampo, smuovendo di continuo l’inchiostro nelle vaschette, e per quanto lo riguardava lui si considerava un pittore. Non sapeva disegnare, a stento riusciva a tenere un carboncino in mano, ma questo non voleva dire niente. Assolutamente niente, si diceva Luciano.
Ultras | Confessioni
Se solo non abitassi qui. Da qualsiasi altra parte, ma non qui. Guardo fuori dalla finestra e vedo il catino grigio dello stadio, i cancelli, le scalinate-serpenti, i fari. Vedo tutto, tranne il campo e la curva. I giorni peggiori sono le domeniche: vedo e sento. Conto i boati e ho imparato a riconoscere i nostri dai loro. Se mi concentro, mi sembra di distinguere le voci dello Stecco o, a volte, quella di Mimmo. Loro mi dicono che è impossibile, che sto uscendo di testa, ma loro non sono qui con me. Quegli stronzi sono lì, con le loro sciarpe e gli striscioni, e hanno fatto esattamente quello che ho fatto io. Loro hanno cominciato a menare, io li aiutavo. E ora loro sono fuori e io chiuso in gabbia.
I due papi | Vademecum per la libera educazione dei giovani
Le chiese, in tutte le loro forme, e le religioni che le sostengono condividono l’incrollabile certezza di essere nel giusto. Da questa folle, ingiustificata premessa fanno discendere ogni sorta di divieti e raccomandazioni, premi e consigli, plasmando le giovani menti attraverso il gioco, la socializzazione primaria e secondaria, fino a trasformare masse di uomini in docili comunità condivise attorno a valori arbitrari ed escludenti. Noi anarco-insurrezionalisti-accelleranti-democratici-queer lottiamo per abbattere il sistema di potere patriarcale, fallocentrico e oppressivo che l’educazione dei fanciulli ha finora riproposto e fortificato. Proponiamo una trasformazione profonda e inevitabile che restituisca agli uomini speranza, libertà, calma felicità ed estasi nelle forme e nei modi in cui ognuno vorrà sperimentarle.
La famosa invasione degli orsi in Sicilia | ossia la morte del liberal-conservatore Re Leonzio e la nuova Repubblica Xenofemminista
Dopo la morte del liberal-conservatore Re Leonzio I, orso forte, figlio della montagna, il giovane principe Tonio, suo erede, si trovò da solo a decidere delle sorti del regno. Gli orsi dovevano tornare fra i boschi, spogliarsi di cappelli, sciarpe e panciotti, abbandonare cannoli e arancini, le buone maniere e la poesia? Oppure dovevano restare e mescolarsi agli uomini, fino a diventare raffinati e deboli?