Ho incontrato dentro al cinema semi deserto di mercoledì la madre del mio vecchio amico Lorenzo. Non ci vedevamo da qualche mese, dopo anni di oblio perfetto, quindi in realtà ci siamo salutati con affetto, ma nemmeno troppo. C’era anche il padre di Lorenzo, che ha detto: «Vedi là, che a veder Bellocchio sembra quasi di aver una proiezione casalinga, privata». Infatti la sala era semi vuota, tutti nella maxi sala sotto o sopra (che l’orientamento dentro i cinema mi sfugge sempre) erano andati a vedere morir la gente in montagna, sull’Everest.
Fuochi d’artificio in pieno giorno | La scomparsa di Effe
Dopo il cinema abbiamo avuto terribilmente voglia di andare a mangiare qualcosa e siamo andati al cinese.
Non essere cattivo | Snob
C’è tutto un mondo segreto che regola le nostre azioni, il nostro fare o non fare qualcosa, il nostro muoverci silenziosi sotto notti piovose o nebbiose, attraversare ponti, scegliere il film che andremo a vedere al cinema la domenica pomeriggio allo spettacolo delle sette. C’è un mondo segreto che noi non conosciamo e regola il nostro agire, un mondo che sono i nostri pregiudizi, i nostri occhiali, i nostri occhi, per cui questa domenica ci recheremo stancamente o meno con il cuore triste o lieto al nostro cinema affollato o deserto della domenica. Questo mondo segreto, che poi così segreto non è, afferma che il nostro desiderio non sia nostro, ma determinato da qualcosa, da qualcun altro, dal nostro modello di riferimento, da un fratello maggiore, da un padre che non ci riconosce, dagli spot pubblicitari, da quello che abbiamo letto sulla domenica del sole alla fermata degli autobus, sulla tranvia andando a lavoro, o magari su mymovie, assolutamente sì, assolutamente no, no, sì.
Città di carta | Teen movie con mia madre
Per la prima volta da quando, sotto Natale, mi portava a vedere Il re leone o qualche altro film Disney che poi è diventato Pixar e che poi ho deliberatamente iniziato a disertare, vado al cinema con mia madre. Sono cambiate molte cose dai pomeriggi in cui mi sistemava di peso su poltrone che sembravano gigantesche, principalmente l’estetica e l’odore delle sale, anche se non solo. Vent’anni più tardi, non è tanto importante che film stiamo andando a vedere, ma quali argomenti cercheremo di evitare grazie ad esso.
An | L’apparenza inganna
Se mai dovesse capitarvi di andare in Giappone, diffidate da chiunque vi offra un dolce, perché quello che potrebbe avvenire è il seguente. Vi ritroverete tra le mani un oggetto assimilabile quasi in tutto e per tutto a un biscotto, un biscotto quasi certamente molto carino, con buona probabilità modellato in forma geometrica o di animale, deliziosamente dorato e morbido al tatto, sufficientemente compatto da promettere di non sbriciolarsi al primo morso ma allo stesso tempo abbastanza soffice da lasciare immaginare con una sfumatura quasi erotica il momento in cui i vostri denti vi affonderanno. Uno scenario meraviglioso.
1992 | Ancora dalla parte di Stefano Accorsi
Sai perché la famiglia naturale consiste in un padre una madre un figlio e una figlia?»
Io e la vacca | Vorrei essere una mucca
Ho sempre invidiato le mucche con tutta la loro rassegnazione e la coda che sventola a destra e a sinistra per allontanare le mosche e la bocca che biascica erba ininterrottamente e i muggiti lanciati contro il sole e la lingua ruvida che lecca zollette di zucchero, quasi quasi fosse una giraffa, una capra, un piccolo gatto sterile. La mucca non è altro che tutto quello che non riesco ad essere: è pacifica, a posto, ok, una tipa giusta, fa le cose come devono essere fatte e mastica a bocca chiusa e parla in modo yea. Avete mai visto se per caso la mucca sbavi? O l’avete mai sentita ruttare? Si scaccola mentre aspetta che scatti il verde? Si arrabbia quando qualcuno la tratta male?
Campari Red Passion|Fornellini in stanze chiuse
Nella camera d’albergo, dentro al letto, sotto le coperte di cotone chiare, lui domanda a lei cosa abbia insegnato oggi ai suoi studenti di scuola staineriana, cosa hai insegnato a quelle merde pensa in verità, e pensa a una professoressa già completamente sovrastrutturata con tutta la pornografia che si è depositata sull’argomento.
Jurassic World | Dinosauri a Expo
A Expo c’è l’Albero della vita, che per chi non lo sapesse è un torrione alto trentasette metri in legno e acciaio, dotato di decori floreali, che s’innalza in mezzo a un laghetto punteggiato di fontane e all’occorrenza sputa fumo colorato (l’albero, non il laghetto, quello sprizza solo getti d’acqua). Dato che questa specie di totem che sembra uscito da un festival goa-trance è costato svariati milioni di euro, viene da domandarsi quale sia la sua reale utilità. Risposta: nessuna. Ma hey, è una fiera, e i visitatori vogliono intrattenimento. A Jurassic World invece c’è l’Indominus Rex, un bestione creato in provetta shakerando geni di T-Rex con quelli di altre varietà animali per ottenere un ibrido che unisca la ferocia di un grande carnivoro preistorico a una forza e un’intelligenza fuori dal comune, senza contare una forte propensione a uccidere. Anche l’Indominus è costato alla Masrani Global svariati milioni di dollari, oltre che un rischio d’impresa non indifferente. Ma anche qui, stiamo parlando di un parco tematico, e i clienti vogliono più zanne, più artigli, più sangue.