Sono nel mio salotto, ascolto Errol Garner e bevo Coca-Cola. Mi odio perché sono in ritardo sulla consegna di questo racconto: “Caffo, il suo peffo è esilarante” dico tra me con 5 sigarette in bocca, mentre leggo l’ultimo racconto della mia amica e collega F. su Pretend It’s a City, documentario su Fran Lebowitz: “Ma scusa, come sarebbe a dire: ora che ho scritto di New York non puoi più scrivere di New York? Certo che puoi scrivere di New York scema, il mio racconto parla di ADSL. E poi New York è New York” ecco cosa mi ha detto F. qualche giorno fa, quando ci siamo incontrate in una strada affollata del centro, all’uscita del centro Tiscali.
Modern Love | L’amore moderno non esiste
di Daniele Pasquini Modern Love è una serie bellissima, ispirata da una rubrica giornalistica ancora più bella: ma il titolo nasconde un vizio retorico. È un ossimoro che suona bene, ma voi siate prudenti. Diffidate da certe scorciatoie. L’amore moderno non esiste, così come non esiste l’appetito contemporaneo, la defecazione medievale o il sonno primitivo. La fame è fame, il sonno è sonno e la cacca è cacca.
Un giorno di pioggia a New York | Showtime
Da anni ormai frequento un tale che si sbuccia le dita su tutti i pianoforti su cui gli capita di posare lo sguardo. Ed è seccante stargli dietro, perché ogni stramaledettissima volta che andiamo da qualche parte insieme, e che trova un pianoforte, quello, incurante, si siede e ad alta voce chiede, posso suonare? A quel punto ha già il polpastrello del pollice posato sul bordo di un tasto.
Taxi driver | L’abito del signor Palantine
di Marco Marrucci Che poi son cose che succedono. Uno sale in macchina di fretta, dice quartiere e indirizzo e l’altro gli dà il benvenuto così. Ci si resta male. E io lo capisco. Lo capisco, sa? Bisogna essere empatici. Empatici. Si pronuncia così, vero?
Animali notturni | Triangoli
Fin da piccolo ho sempre avuto una mente matematica. Numeri, insiemi, figure geometriche: mi piacciono quelle cose lì. Qualche sera fa, mentre ero al cinema a vedere Animali notturni e il film si trascinava stancamente tra un cliché e l’altro, ho cominciato a pensare ai triangoli, e mi sono distratto un po’.