Fuori non diventava mai scuro. Erano le dieci di sera quando un gruppetto di giovani lo superò e si diresse verso il fiume, mentre lui stava appoggiato alla parete di legno, a qualche metro dalla porta del locale; non voleva buttare via una buona metà della sigaretta che si era acceso poco prima.
Venezia 2019 | Di pagliacci, ballerine e marinai
«E quindi, che festival di Venezia è stato?» chiedono amici e genitori. «Di che film parleremo nei prossimi mesi e su cosa ci accapiglieremo con furore?» mi scrive un compagno bocciofilo. E allora eccolo qua, il pezzo di servizio che fa al caso vostro.
Ricordi? | Idee per nuove forme di memoria
Il giorno in cui ho comprato un’agenda, ho accantonato l’idea di concepire la memoria come un archivio di attività ed esperienze che si costituisce per accumulazione, come l’Hard Disk di un computer, e che non siamo noi, o perlomeno il nostro agire razionale, a scegliere cosa verrà archiviato e cosa no.
Lo chiamavano Jeeg Robot | Cartoline dal foyer
Cartolina n.I Il 5 luglio del 1982, nello stadio Sarrià di Barcellona il pubblico attende con impazienza la partita che sembra destinata a segnare l’uscita dell’Italia dal mondiale. Già dalla metà di giugno, il Brasile di Santana infiamma i campi spagnoli con un gioco da applausi e un’infilata di fuoriclasse. Socrates, Zico, Falcão, solo per elencarne qualcuno. Nonostante l’impenetrabile difesa della selezione di Bearzot, il destino della squadra tricolore sembra segnato. “Italia vittima sacrificale di un Brasile semplicemente stellare”, scrivono i giornali. A sorpresa, invece, Rossi mette a segno una tripletta che rimarrà per sempre nella storia del calcio, garantendo all’Italia l’accesso alle semifinali. Sei giorni più tardi, dopo un 3-0 contro la Germania Ovest, la nazionale italiana alza al cielo la Coppa del Mondo.