Fare il giurato al Korea Film Festival è sempre stato il mio sogno. Non il mio unico sogno, ma uno dei miei sogni. Per questo quando a gennaio ho ricevuto la proposta di far parte della giuria (grazie Caterina) sono stato molto felice e ho accettato a scatola chiusa, senza sapere bene cosa avrei dovuto fare esattamente. A poco a poco si è delineato il quadro dei miei doveri che erano in pratica tutte cose che amo: vedere un sacco di film, tipo due o tre di seguito che poi fai fatica a distinguerli e ti sembra di aver visto un unico film lunghissimo dalla trama dadaista; fare una valutazione dei film, mia, personale; partecipare alla serata inaugurale e alla cerimonia di chiusura del Festival, magari salendo sul palco, premiando i vincitori o fare un breve discorso imbarazzato. avere un badge con la mia foto e accanto scritto “giuria” da indossare con finta indolenza nel foyer del cinema. Era tutto come avevo sempre sognato. Poi però, come spesso accade nella vita, le cose sono andate diversamente.
Sideways, In viaggio con Jack | In vigna
A volte nella vigna ho pensato a certi scrittori che conosco gente che nelle loro vite avranno lavorato sette minuti in totale.
The Last Dance | Le patate
Da alcuni giorni ho un’idea fissa. Patate. Patate normalissime che io taglio a pezzi per poi lessarle, prima di metterle in forno. Ci sono queste patate che non mi si schiodano dalla testa.
L’eclisse | Il panno Swiffer
Il suono che fa il manico dello Swiffer, senza il panno Swiffer, se lo strisci sul pavimento di casa, è una specie di lamento.
Memorie di un assassino | Memorie di un mitomane
Salire sul carro del vincitore.
La ragazza d’autunno | La guerra (non) è finita
Nel quartiere nuovo sono ancora alla ricerca di un bar per fare colazione. Quando dico “nuovo” non intendo che il quartiere sia di recente costruzione e non è neanche vero che da poco tempo mi sono trasferito in questa zona, due anni, tuttavia continuo a pensarlo così: nuovo.
37TFF | Quattro giorni a Torino
Scrivere del Torino Film Festival rischia di essere un’operazione votata al fallimento. Principalmente perché si parlerà di film che forse non arriveranno mai nelle sale. O di film che se anche ci arriveranno è improbabile che le persone andranno a vedere. O se infine qualcuno dovesse anche andare a vedere si sarà già dimenticato di tutto quello che io possa scrivere. Tuttavia ho deciso di farlo ugualmente. Prima di tutto perché niente è nobile all’infuori del fallimento. Mi illudo inoltre che se la mia scrittura è davvero buona, e non è detto che lo sia, una persona potrebbe leggere il mio testo a prescindere che abbia visto o meno il film. A prescindere che lo vedrà mai. A prescindere di tutto quanto.
Grazie a Dio | Storia del prete non pedofilo
I film sui preti pedofili sono ormai diventati un classico, un filone narrativo a sé, ma se vi fosse qualche regista coraggioso che ci legge noi vogliamo sfidarvi a girare un film diverso. Ecco alcune scene da cui partire.
Il colpo del cane – Alcuni dubbi che ho ancora
Quando compii dodici anni di vita scappai di casa, in una primavera di fine anni Novanta.
- << Precedente
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- …
- 15
- Prossima >>