Il 2023 è stato l’ennesimo anno in cui il cinema, dichiarato morto, in qualche modo ha portato a casa le penne.
Dressed to kiss | Recito una poesia
Ho aperto la porta e stavi facendo la doccia. I vetri appannati il rumore dell’acqua dietro le tende vestiti sparpagliati sul pavimento.
Cabinet of Curiosities | Il capanno degli attrezzi
Ho alzato gli occhi dal libro che era ormai sera. Attraverso la finestra le luci nelle case degli altri mi ricordano che non sono rimasto solo e il mondo esiste ancora.
La finestra sul cortile | Sguardi
Nell’ora del silenzio e degli sguardi rapiti quando la terra freme sotto i tuoi passi di ragazza dagli occhi scintillanti a me basta una finestra.
Scene da un matrimonio | Secondo il vento
Le braccia stese in avanti per non sbattere scavalco il tuo corpo scomposto nel sonno e mi infilo sotto le coperte.
Quando la moglie è in vacanza | Il pianerottolo
Era stata una di quelle giornate in cui tutto sembra riuscire bene. Le ragazze erano via per tutto il finesettimana. Così al rientro dal lavoro avevo trovato la casa immersa in un silenzio inusuale.
Undine | A fari spenti
Esco di casa dopo il coprifuoco senza ricordare bene dove ho lasciato l’auto. Va bene, penso, è giusto che ci diamo del tempo.
The Souvenir | Love Is the Drug
Avvolto nel sussurro del mattino, soffice mantello di meraviglie arcane; il fremito dell’alba che balugina nell’orizzonte intessuto di porpora.
The Irishman | It is what it is
«Ho sentito che scrivi di cinema» dice mio padre sorseggiando con calma il suo caffè. «Sì, beh… non esattamente di cinema. È un po’… complicato da spiegare». «Certo. È sempre complicato, no?» ribatte sollevando gli occhi dalla tazzina. Rimaniamo in silenzio, in un pomeriggio di inizio autunno, e sento il mio vecchio improvvisamente vicino.
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