Esco di casa dopo il coprifuoco
senza ricordare bene dove ho lasciato l’auto.
Va bene, penso, è giusto che ci diamo del tempo.
Cammino per un po’ senza direzione,
annusando l’aria silenziosa, un piede dopo l’altro.
Eppure continuo a non capire.
Stordito dai pensieri, apro lo sportello e giro lo chiave,
l’aria tiepida che entra dal finestrino abbassato.
Non sono sicuro di ricordare
che cosa rappresentavi nella mia vita.
Poi, il suono meccanico del passaggio a livello.
È una notte chiara e la luna si riflette
sui binari. Spengo i fari dell’auto.
Ogni sera, quando rimango solo sul divano,
penso al tuo corpo nella stanza a fianco,
ai segreti che custodisce,
al calore che non è più mio.
Sento la terra vibrare.
È un treno scuro, a malapena visibile,
che trasporta sconosciuti come noi.
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