Le braccia stese in avanti per non sbattere
scavalco il tuo corpo scomposto nel sonno
e mi infilo sotto le coperte.
Prima che la fatica mi soffochi
ascolto per un attimo il tuo respiro.
Poi le pareti di questa stanza
dove viviamo l’eterno ritorno
dei cicli dell’amore
cominciano pian piano a vibrare
e i ricordi della giornata si mescolano
con le memorie del nostro passato.
Perché anche se non firmiamo
né corriamo in fretta sotto una pioggia di riso
pensiamo che sia per la vita
e così continuiamo.
Come due barche lungo il molo, legate tra loro,
che di notte senti beccheggiare
e sbattere l’una con l’altra, secondo il vento.
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