di Simone Costa
Avevamo una città, ma non una meta. Notte di capodanno 2000.
Il lago di Zurigo (omonimo, credo) era un’ipotesi umida davanti a noi.
Ci eravamo andati – A Zurigo e poi sulle sponde del lago – in treno, per un motivo di cui ricordo poco.
Forse una festa, forse una dritta.
Abbiamo girato per strade gelate fumando tutto ciò che trovavamo, convinti che la marijuana venduta nei negozi del centro e pressata in sacchetti per profumare gli armadi avesse effetti vagamente allucinogeni.
In ogni caso, la finimmo comunque.
Insieme a noi – anzi, contro di noi – sulle sponde del lago, decine di famiglie con bottiglie di champagne in mano. Bambini sorridenti alzavano bicchieri dorati aspettando la mezzanotte. Non ricordo fuochi d’artificio. Qualcuno, audace, accendeva stelline.
Chiedevamo da bere parlando un inglese stentato, ma non sapevamo dove travasare il liquido.
Accendemmo la nostra ultima canna quando mancavano dieci minuti a mezzanotte. Eravamo arrivati in Svizzera la mattina ed entrambi eravamo esausti. I minuti che ci separavano dal nuovo millennio ci sembravano uno stillicidio. La fumammo rapidamente, in silenzio, ben prima che il tabellone ci dicesse che mancava solo un minuto.
Attendemmo ancora, ci facemmo gli auguri poi, sempre senza dire niente, ci incamminammo verso l’ostello.
Era un bel posto, letti a castello e bagni puliti.
Nell’area comune la televisione era accesa. Un turista tedesco, camicia di flanella e gambe tese su un tavolino da fumo, stava guardando un film.
C’erano esplosioni, palle di fuoco, Tommy Lee Jones che cercava di salvare una città. Vampe fumanti si accendevano ovunque, la città di Los Angeles sembrava sul punto di essere inghiottita.
Die temperatur erano le uniche due parole che riuscivamo a capire in dialoghi aspri e rapidissimi.
Ogni volta che qualcuno le pronunciava ci mettevamo a ridere. Il turista in flanella ci guardava chiedendosi cosa ci fosse di divertente.
Die temperatur, ripeteva anche lui, come fosse un’ovvietà.
Ci furono sacrifici, gesti eroici, diversi die temperatur prima che tutto tornasse sotto controllo.
Sui titoli di coda, con la civiltà ormai al sicuro, ce ne andammo a dormire.
Il turista tedesco ci seguì. Salì sul letto più alto, quello vicino all’interruttore.
Die temperatur, ci disse, prima di spegnere la luce.
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