• Chi siamo
  • Contattaci

In fuga dalla bocciofila

Blog dal titolo fuorviante in cui si parla di cinema tra una divagazione e l'altra

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Home
  • Categorie
    • Anatomia di un fotogramma
    • Cartoline dal foyer
    • La scena tagliata
    • La sindrome del personaggio secondario
    • Lo sfogone
    • Oceani di autoreferenzialità
    • Recensioni vere
    • La recensione di Ferruccio Morandini
    • La vertigine della lista
  • Festival
    • Festival dei Popoli
    • Festival di Cannes
    • L’arte dello Schermo
    • Lo Schermo dell’Arte
    • Torino Film Festival
  • Haiku
  • Archivio
    • Indice Alfabetico
    • Archivio per mesi
  • Cerca

The Blues Brothers | Pentatonica minore (Netflix blues)

29 Luglio 2019 di Redazione

di Francesco Quaranta

Prima di tutto, un grosso temporale. Nuvoloni, di quelli che pare debbano squarciare lo spaziotempo e farmi cadere sulla testa l’anima de li mortacci mia. Un lampo, e vedo due sagome che limonano, protette, fino a quell’istante, dal buio – Everybody needs somebody to love, eccerto, ma nel lampo-fotogramma leggo l’espressione scoglionata di lui, che mollerà lei con la scusa puntuale del diluvio imminente, se non addirittura delle cavallette paventate da Belushi.

Un tuono, subito dopo, e stranamente non penso alle migliaia di pistole sparse nel mondo che vedrò sempre e solo nei film. Affatto, penso a un gigantesco amplificatore valvolare nascosto sulla Luna – gli americani, dopo la prima volta, sognano ogni notte di tornare sul loro sassolino bello e organizzare uno show in stile Super Bowl – e una corda di basso tesa tra Orzinuovi provincia di Brescia e Chicago Illinois che, colpita, vibra per un nanosecondo di puro terrore musicale. Poi chiamano da Huston per dire che i vicini si stanno lamentando e stop. Attacca a piovere.

Secondo: la percezione del tempo. Un film di due ore e spicci diventa per il suo spettatore-bambino un collage di momenti inanellati in ripetute visioni. L’incapacità di riconoscere una struttura narrativa che colleghi il punto-inizio al punto-fine favorisce la percezione di un piano dimensionale alternativo, dove l’entità “Dan Aykroyd in occhiali da sole” esiste perennemente in qualsiasi stato e la pressione del tasto play determina un collasso della sua funzione d’onda in una scena precisa. In questo universo infantile, rimettere insieme la vecchia band per fare cinquemila bigliettoni è un processo senza risoluzione, in continuo svolgimento. La visione critica dell’età adulta risulta dunque inconciliabile con il sistema descritto.

Terza cosa: i nazisti. Per vent’anni della mia vita non sono riuscito a prendere sul serio il fenomeno – eppure bisogna ammettere che è gente che fa di tutto per rendersi credibile. Il media audiovisivo non plasma il comportamento per emulazione (è chiaro a ogni individuo sano che non è investendo le persone o facendo volare per aria le loro macchine che si risolvono i problemi), ma fornisce tuttavia conferme subliminali riguardo i ruoli sociali (es.: la donna può essere solo sedotta e abbandonata dal musicista macho/avventuriere di turno, e contestualmente si rassegna anche) e le diverse ideologie (es.: i nazisti dell’Illinois come baseline per ogni reazione e riflessione di matrice emotiva sul fenomeno nazifascismo).

Quarta, finalmente: la musica. La mia necessità di trasformare ogni forma di nervosismo o di instabilità in un ritmo muscolare. Constatare però che: se Ray Charles e Aretha Franklin sono costretti a fare lavoracci per tirare a campare, allora non c’è speranza per nessuno.

Una quinta riflessione: il concerto è la messa del nostro tempo. Nella mia timeline, James Brown è il miglior Papa della storia. Vedo una messa danzante nella chiesetta di campagna non lontano da casa mia. Mi sforzo poi di immaginare una forma di trap cristiana per aggiornare il film, ma me ne annoio quasi subito.

Ancora un paio di cose.

Una: Carrie Fisher con un lanciagranate è il migliore ricordo che mi resterà della principessa Leia.

Due, ed è la morale: quando Dio affida missioni, si va sempre a finire con le cinque stelline di GTA.

 

Francesco Quaranta nasce a Orzinuovi (BS) nel 1989, ma appena può simula accenti differenti. È laureato in lingue moderne ed è socio di un ristorante. Compone canzoni con il progetto “Lauda” ed è suo malgrado redattore di Verde Rivista. I suoi racconti sono apparsi solo online su Verde, L’Inquieto, Scrittori Precari, Crapula e Narrandom e nell’antologia Vocabolario minimo delle parole inventate (Wojtek, 2019)

 

 <– Leggi il precedente Bellissimo della Bocciofila

Condividi:

  • Facebook
  • LinkedIn
  • Twitter

Postato in: bellissimi, Classifiche, La vertigine della lista Tag: bellissimi, Dan Aykroyd, francesco quaranta, i bellissimi della bocciofila, john belushi, john landis, The Blues Brothers 1 commento

Commenti

  1. VERDE RIVISTA says

    30 Luglio 2019 at 14:49

    “SUO MALGRADO”?

    Rispondi

Rispondi Annulla risposta

  • Chi siamo
  • Contattaci

© 2021 · In Fuga dalla Bocciofila · Website designed by Alessio Pangos · Privacy Policy"In fuga dalla bocciofila" cerca di fare molta attenzione a non pubblicare materiali che possano ledere in alcun modo il diritto d’autore. Tutti i media [immagini, video ed audio] sono pubblicati a bassa risoluzione, in pieno rispetto del comma 1 bis dell’articolo 70 della Legge sul Diritto d’Autore che consente “la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”. Chiunque ritenga che sul sito siano presenti testi, immagini, audio e/o video non opp​o​rtunamente licenziati, contatti i soci per chiarimenti.

Questo sito utilizza cookie per le proprie funzionalità e per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, o continuando con la navigazione acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui / CHIUDI
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessario
Sempre abilitato

Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.

Non necessario

Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.