Mio nipote di 4 anni mi ha chiesto: «Chi è Hans Werner Henze?». In realtà non lo ha detto proprio così, ha detto una cosa tipo hanzeiderenz tanto che inizialmente pensavo contasse in tedesco. Stava pure finendo di masticare la sogliola. Gli ho risposto, mentre toglievo i bicchieri colorati in plastica rigida dal tavolo: «era un compositore tedesco con la Maserati che fumava troppo». Nel dirlo, ho notato che i poveri chiamano le automobili per metonimia, utilizzando cioè il nome del brand per indicare l’auto, con l’articolo femminile. I ricchi fanno lo stesso, ma col maschile. Il Maserati, il BMW, il Porche, il Ferrari. A dire la Ferrari, la BMW, la Maserati, sono solo quelli che queste automobili non possono permettersele.
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di Tommaso Ghezzi Tonio tiene ben separate le valve della fava, spalancata con i pollici ben saldi sui bordi e con una reverenza tattile quasi come contenesse un rosario. Sgrana i baccelli uno ad uno e li appoggia nel mucchio, retto da uno strofinaccio di lino adagiato sulle cosce.
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