All’età di cinque anni ho visto il mio primo fantasma. Per le vacanze di Pasqua la mia famiglia si riuniva nella casa di campagna di zia Sofia, che poi non era veramente mia zia, non c’era alcuna parentela, solo che io l’ho sempre chiamata zia. Io e mia cugina Anna, che invece era davvero mia cugina, dormivamo in mansarda. Nonostante il soffitto basso e inclinato e i mobili scuri e pesanti, la stanza era inaspettatamente luminosa e calda e mi piaceva stare lì. Forse per le cose strane che si trovavano aprendo un cassetto proibito o per i libri con le copertine morbide impilati sullo scaffale. Ci piaceva prendere i libri di nascosto dallo scaffale e lasciare le impronte sulle copertine.
Ritorno al futuro | Il Camillino o della ricongiunzione
Di Francesco Quatraro Giulia mi ha detto del Camillino mentre stavo guidando per varcare in qualche modo l’Appenino. Avevamo preso la strada quella lunga, così Giulia avrebbe dormito come a ogni valico, e io avrei guidato pensando alle curve, che mi piace, così mi dimentico quasi di tutto, o magari avrei pensato o alla voce di Giulia che so essere la cosa più bella da immaginare, o alle cose da dire a Giulia quando si sarebbe svegliata. Ma mentre guidavo Giulia mi ha detto che il suo gelato preferito era il Camillino, e il Camillino non esisteva più da vattelappesca quando.