di Gabriele Merlini
- Sì, lo so Nick…sembra proprio un bruttissimo film.
Jim Abrahams, David Zucker e Jerry Zucker si incontrano in un luogo chiamato University of Wisconsin-Madison. Le fonti tacciono al riguardo ma probabilmente si piacciono abbastanza da decidere all’istante di dare vita a un gruppo teatrale denominato Kentucky Fried Theater. Tutto questo attorno alla metà degli anni settanta.
Il primo lavoro del trio – da qui Z.A.Z. – ha per titolo The Kentucky Fried Movie (nella traduzione italiana l’orrendo Ridere per ridere) con regia affidata a John Landis. Tra gli interpreti attori del calibro di Donald Sutherland e George Lazenby, un signore che durante numerose occasioni sociali ho fatto finta di sapere chi sia.
Conseguente al successo della pellicola la decisione di proseguire il lavoro in banda e al 1980 risale L‘Aereo più pazzo del mondo; del 1982 la serie-TV Quelli della pallottola spuntata (da non confondersi con il relativo universo cinematografico che va posizionato tra il 1988 e il 1994), Top Secret! (1984) e Ruthless people, solo regia, del 1986 (attenzione: i due Hot Shots hanno direzione e sceneggiatura non targata Z.A.Z. ma Jim Abrahams senza soci, potenzialmente un errore di attribuzione sufficiente a decretare l’immediata fucilazione da parte dei puristi delle parodies, individui che usano pascolare per festival tematici con buffe t-shirt scure, parrucche di Leslie Nielsen e sgraziati pantaloni dalle gigantesche tasche laterali.)
Argomento del presente approfondimento sarà Top Secret!, prodotto la cui locandina restituisce allo spettatore un Val Kilmer (il cantante statunitense Nick Rivers) disinvolto nell’atto di eseguire specifici passi di danza elvispresleyani, circondato da mucche volanti con stivali nazisti alle zampe.
Rimanendo su un’ottica prettamente professionale dovrei attenermi a una qualche disciplina e sottolinearlo di seguito, ma tenersi è impossibile così confesso subito quanto dentro Top Secret! figuri (anche un) Omar Sharif scintillante nel ruolo dell’agente Cedric che, pressato dai criminali nella sua vettura, non si darà per vinto riuscendo ad aiutare Rivers vestito con la sola carrozzeria della macchina (immagino una Trabant Sachsenring 601) avente l’antenna retrattile dell’autoradio al posto del pene.
- Versatilità e unicità: per una estetica dell’anal intruder.
«Senti, non sono il primo che si innamora di una ragazza conosciuta in un ristorante che poi è la figlia di uno scienziato rapito e la deve lasciare al suo primo amore che lei vide per l’ultima volta su un’isola deserta e che quindici anni dopo risulta essere il capo della resistenza francese: non sono il primo.»
Di cosa parla Top Secret!: in Germania Est, durante il periodo più soffocante della Guerra Fredda (l’oppressione si respira ovunque tra le luci e i campi lunghi di Christopher Challis, già direttore della fotografia per individui quali Blake Edwards o Billy Wilder) il cantante USA Nick Rivers inizia la propria attesissima tournée musicale. Tuttavia qualcosa va storto e l’artista si trova impelagato nel rapimento del padre di una misteriosa fanciulla (Lucy Gutteridge), tale dr. Flammond (Michael Gough) sul punto di realizzare l’arma più potente del mondo che, in mani sbagliate, potrebbe rivelarsi letale per le sorti dell’intera umanità (spoiler: il festival musicale in DDR scopriremo subito essere un diabolico escamotage del regime per distogliere l’attenzione della massa dagli sporchi piani di guerra del generale Streck, uno strepitoso – scriverebbero quelli bravi – Jeremy Kemp).
Da qui un susseguirsi di vicende piuttosto ipnotiche che portano lo straniero a confrontarsi con un gruppo di combattenti capeggiati da un ragazzone che ricorda paurosamente il Richard di Laguna Blu (i guerriglieri arroccati in un rifugio nella foresta hanno nomi francofoni: Tête-à-tête, Avant-garde, Déjà-vu Croissant, Soufflé, Escargot e Mont Blanc), statue a forma di piccione sopra cui defecano uomini volanti, informatori doppiogiochisti, ballerini dalla conchiglia sporgente, librai con occhi enormi, bovini eroticamente frizzanti o macchinari hi-tech come l’ormai storicizzato Anal Intruder (in italiano: Incursore Anale), aggeggio simile a un martello pneumatico con al vertice un inquietante pugno umano in lattice.
Secondo alcuni critici Top Secret! non sarebbe altro che un informe ammasso di gag in sequenza sconclusionata e poco organiche tra loro (mancherebbe un criterio specifico nella costruzione del plot, generando una comicità volutamente forzata sebbene fu Gilder a ricordarci quanto la scomposizione delle immagini in blocchi ricombinabili sarà la via di fuga ai problemi delle contemporanee arti visive) incapaci di omologarsi per dare vita a qualcosa di lontanamente definibile «film».
Però Top Secret! è uno chef-d’œuvre stupefacente, sorprendente prodotto della narrativa per immagini tra contraddizioni e voglia di rivalsa, nonché lavoro capace di mantenere i punti di forza di ciò che l’ha preceduto (su tutti, Airplane) reinventandone l’estetica e il dinamismo. Qualcosa tra l’ingegnoso e lo psicopatico per una fruizione più che mai selezionata.
- Quali valori Top Secret! di Z.A.Z. può portare nella educazione alla vita di un seienne dalla risata complessa, e conclusioni alla retrospettiva.
Top Secret! esce in Italia il 19 ottobre del 1984, il giorno precedente al decreto-Berlusconi promulgato dal Governo Craxi che consentirà alle reti televisive private, anche in assenza di una legge sull’emittenza, di riprendere eventuali trasmissioni interrotte per l’atemporale spietatezza delle toghe rosse.
Sull’onda di una Europa sconvolta dal fallito attentato di Brighton a Margaret Thatcher e un mese prima dello scioglimento del Partito di Unità Proletaria poi confluito nel più accomodante Partito Comunista Italiano.
Chi scrive queste righe nel 1984 aveva sei anni e frequentava con alterne fortune la prima elementare presso la scuola Armando Diaz di Settignano (FI.) Giocava ogni tanto a pallone e non avrebbe visto Top Secret! per un ulteriore lustro, ovvero fino al compimento dell’undicesimo anno di vita quando già stava alle medie, periodo in cui citazioni da film simili risultavano essere un comodo succedaneo alle gare di rutti o la consultazione nascosta di mensili porno.
E poco ci mise Top Secret! a farsi consolante grammatica familiare in grado di guadagnare valore dalla estenuante ripetizione di ogni singola battuta prima di cena (lo so, capita spesso tuttavia la presunzione di unicità è necessaria quando ci scopriamo vittime di imbarazzanti rimpianti e nostalgie di un passato mitizzato.) Dunque Val Kilmer che fa imbizzarrire la moto diventa uno di casa, al pari di Eddie Tagoe – il Mont Blanc aka Chocolate Mousse dalle movenze e il vestiario di Mister T. – che trangugia benzina affermando «ti riscalderà» verso chi gliene chiede un sorso. Materiale preziosissimo per una fase fumosa della esistenza, e apripista essenziale per i contenitori notturni che ne avrebbero seguito la messa in onda (Colpo Grosso o Le Altre Notti, 1990-1992.) Elemento di gioia e pedina di scambio per ulteriori, ricercati VHS (l’autore una mattina barattò la cassetta registrata di Top Secret! con una copia di Paprika di Tinto Brass dalla risoluzione orrenda, vivendo l’affare come una strepitosa vittoria personale).
Immersione nelle suggestioni centro-europee oggi tanto care – la Sassonia, Berlino, l’Unità Socialista – e stimolo per quelle botte di ottimismo rare eppure vitali cui tutti noi aneliamo in vista del futuro.
«Bene. Molto bene. Mi chiami se le sue condizioni dovessero migliorare» dice al telefono il generale Streck a metà di una tra le scene più struggenti, prima di voltare lo sguardo alla camera.
«È morto».
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