di Rebecca Moore Lo volevo lasciare già da un po’, per via di quei suoi modi persecutori. Non credeva mai a niente di quello che gli dicevo, faceva il suo gioco. L’avevo incontrato in palestra, mi aveva offerto il suo aiuto, educato, piacente, premuroso. Nei lineamenti si intravedeva una strana durezza, che riconosco solo ora con la chiaroveggenza del domani. Era bello, “un principe azzurro” lo avrebbe definito mia madre, portava camicie bianche inamidate e stirate da lui.
The Wife | Metabolizzare la sofferenza
Alla fine della proiezione di The Wife, uscendo dalla sala, ho rullato una sigaretta e sono andato a fumarla seduto nella prima panchina libera della piazzetta su cui affaccia il piccolo cinema di quartiere; piccolo ma famoso, citato pure da un noto cantautore in una sua canzone. Lì, seduto, mi sono guardato intorno.