La notte in provincia è più densa, pensava, più lenta. La luce della scrivania, ingoiata dalla finestra, spariva lasciando il piccolo giardino al buio. Il quaderno aveva una copertina in cartone e delle righe rosse e blu che si alternavano sulla carta ruvida. Da piccolo controllava fino all’ultima pagina che non ci fossero errori di ritmo: due blu, una rossa. A volte lo faceva ancora, per nostalgia.
The place | Il bar sotto casa
di M.R. Stamattina sono uscito presto di casa. Avevo un appuntamento all’ora di pranzo e un articolo da consegnare. Non avevo però nessuna voglia di stare chiuso in camera o in salotto. Odio scrivere a casa perché non riesco a concentrarmi e mi innervosisco subito. Non riesco a stare tranquillo, danneggio me stesso e gli altri che mi circondano, come il fumo. La distrazione è un vizio e per smettere non basta la forza di volontà (comunque scarsa): ci vuole un’imposizione esterna. Per questo vado sempre in biblioteca, quando posso. Oggi però è domenica e la biblioteca era chiusa, così sono andato al bar.
Sangue del mio sangue | La gita a Bobbio
Ho incontrato dentro al cinema semi deserto di mercoledì la madre del mio vecchio amico Lorenzo. Non ci vedevamo da qualche mese, dopo anni di oblio perfetto, quindi in realtà ci siamo salutati con affetto, ma nemmeno troppo. C’era anche il padre di Lorenzo, che ha detto: «Vedi là, che a veder Bellocchio sembra quasi di aver una proiezione casalinga, privata». Infatti la sala era semi vuota, tutti nella maxi sala sotto o sopra (che l’orientamento dentro i cinema mi sfugge sempre) erano andati a vedere morir la gente in montagna, sull’Everest.