Una cosa che ci piace tantissimo ma proprio tantissimo da fare con il mio papà e la mia mamma è andare a fare le passeggiate nella campagna dove ci sono tanti uccelli che cantano.
Risvegli | Fiorivi, sfiorivano le viole
Del passato racconto sempre le stesse cose. Aneddoti, storie, incontri, solite recite, solite persone. Anche il modo di raccontare è sempre lo stesso. Mai un cambio di registro, mai un colpo di scena, nemmeno una variazione sul tema. Come se il passato fosse una carrellata di eventi memorabili. Eppure, quasi mai si tratta di eventi rilevanti. Sono cose di poco conto, di quelle da dimenticare nell’attimo in cui avvengono, al massimo il giorno dopo. Più che fatti straordinari, sono fattarelli. A volte sono solo lampi.
The Irishman | It is what it is
«Ho sentito che scrivi di cinema» dice mio padre sorseggiando con calma il suo caffè. «Sì, beh… non esattamente di cinema. È un po’… complicato da spiegare». «Certo. È sempre complicato, no?» ribatte sollevando gli occhi dalla tazzina. Rimaniamo in silenzio, in un pomeriggio di inizio autunno, e sento il mio vecchio improvvisamente vicino.
Taxi driver | L’abito del signor Palantine
di Marco Marrucci Che poi son cose che succedono. Uno sale in macchina di fretta, dice quartiere e indirizzo e l’altro gli dà il benvenuto così. Ci si resta male. E io lo capisco. Lo capisco, sa? Bisogna essere empatici. Empatici. Si pronuncia così, vero?