Molti anni mi separano dai singolari eventi che dopo un lungo oblio ho deciso di raccontare. Talmente tanti ne sono passati che quando al mattino mi guardo allo specchio fatico a credere che io sia lo stesso di allora. Avevo vent’anni quando fui assunto come commesso apprendista in una delle molte librerie che ancora a quel tempo si trovavano in città. Ma quella in cui trovai impiego, tramite la raccomandazione di uno zio acquisito, non era una libreria qualsiasi. Era la libreria. Situata in un antico palazzo del centro storico, si sviluppava su tre piani e conteneva un numero sbalorditivo di volumi, al punto che il suo prestigio non aveva uguali in città e poteva competere con qualsiasi libreria al mondo.
As I Was Moving Ahead Occasionally I Saw Brief Glimpses of Beauty | Mattina di primavera in Largo Bargellini
Delle settimane che precedettero l’uscita del romanzo ho ricordi nitidi.
Reminiscences of a Journey to Lithuania | Voci
Per una serie di circostanze abbastanza improbabili (un viaggio di lavoro di mia moglie, la città svuotata nei fine settimana) mi sono ritrovato a passare una serata con dei vecchi amici che da tempo non frequento più.
Cinemini| I Cinemini di New York, che verranno e che furono
Sono nel mio salotto, ascolto Errol Garner e bevo Coca-Cola. Mi odio perché sono in ritardo sulla consegna di questo racconto: “Caffo, il suo peffo è esilarante” dico tra me con 5 sigarette in bocca, mentre leggo l’ultimo racconto della mia amica e collega F. su Pretend It’s a City, documentario su Fran Lebowitz: “Ma scusa, come sarebbe a dire: ora che ho scritto di New York non puoi più scrivere di New York? Certo che puoi scrivere di New York scema, il mio racconto parla di ADSL. E poi New York è New York” ecco cosa mi ha detto F. qualche giorno fa, quando ci siamo incontrate in una strada affollata del centro, all’uscita del centro Tiscali.