Ho visto nel pomeriggio di giovedì i nuovi film di Sorrentino e di Garrone. Ero a Cannes, ma non è questo che conta. Il festival, le festivàl. Undici ore per arrivare, un treno che nemmeno uno scafista avrebbe avuto il coraggio di propormi, ma vi è crisi economica e tutti dobbiamo adeguarci, perfino io. Undici dodici ore di treno, proprio così. Ero sul vagone e guardavo nella fessura della finestra, in alto, tra placca laminata e sportello satinato, guardavo a testa in sù tramite lo spiraglio tra le due superfici e tra questi spiragli, mentre il treno sferragliava, c’erano delle nuvole e al centro di queste poche nuvole, c’era la luna.
Andavo a Cannes a vedere i film italiani, guardavo fuori dal finestrino e c’era immobile la luna al centro e il treno italiano era uno schifo assurdo, ma in quel momento mi sono dimenticato di tutto, di me, del telefono cellulare, delle foto fica, delle foto cazzo, ho scordato per un momento che di lì a poco avrei dovuto dire qualcosa di interessante sui film italiani, prendere una posizione, tutto era completamente passato in secondo piano, me ne stavo là a guardare la luna che malgrado i movimenti del treno restava sempre al centro, ed è stato allora che mi sono ricordato di una volta, di un tempo lontanissimo, quando andavo alle medie e di una gita scolastica a Vienna, quando sul treno notturno per Vienna, ho ricordato di quando Tommi Bona, modello di riferimento della classe e del quartiere Le Cure, Tommi Le Roy, mise fuori il culo dal finestrino e cacò nella notte, ho pensato solo a questo e il pensiero si è come fissato anche una volta arrivato in città e sopratutto durante la visione dei film italiani in concorso, che ho guardato con un mezzo sorrisetto e dopo i miei commenti sono stati all’acqua di rose perché ancora pensavo alla bellezza di quella scena più che a quei film italiani che ero andato a vedere o a qualcosa di intelligente da dire.
Poi ci sono state le feste e le solite cose, insomma solo per dire che sono stato anche bene a Cannes e il viaggio di ritorno è andato malissimo uguale che all’andata, ma senza nessuna illuminazione e sono stato tutto il tempo sul cellulare.
Ciao Simone, … dunque circa i film che hai visto? Ok i commenti del tuo viaggio ma … dopo il festival, dopo la visione del film di Sorrentino ma soprattutto di Garrone sei stato davvero tutto il tempo sul cellulare? Mi specifichi meglio se puoi?
Intanto, visto il tono polemico che mi sfugge tra le dita ti dico la mia in breve e non per te ma per chi capita come me su questo sito e magari casca sui commenti:
a) Garrone –> fiaba –> ambiguità senza soluzione –> si esce con qualcosa di cambiato, con un mal di stomaco (pensavo fosse soltanto mia questa sensazione ma la scopro in molti e provenienti da molti livelli di istruzione –> potere della fiaba!)
b) garrone Vs sorrentino (o viceversa) : il versus, l’agone,la gara, lo sport, il vincere e perdere, io contro te, io vinco tu muori….l’arte, l’arte che permette di farmi piacere un autore senza essere contro l’altro autore, come dice qualcuno i fans di pupo non sono contro i fans dei rolling, questo differenzia l’arte dallo sport. Versus?! perché.
c) in fuga dalla bocciofila…perché la bocciofila….
d) quindi, fuggendo dalla bocciofila trovo? qualcuno che dopo cannes sta al cellulare?
tutto questo perché non capisco l’articolo e mi irrito.
pronto a ricredermi.
gc
Caro Giovanni,
grazie per il tuo commento e grazie anche per esserti irritato.
Provo a risponderti in modo quasi analitico, ci provo.
Allora il film di Garrone ha lasciato un certo mal di stomaco pure a me, tanto per cominciare. Non so bene perché, ma forse tutti i film di Garrone fanno sempre questo effetto, a ripensarci.
Il versus del titolo era ironico (lo so non è bello spiegare la battute, ma evidentemente non era chiaro), ironico perché mi pare ci sia in Italia o almeno dalle mie parte una necessità di schierarsi o da una parte o dall’altra, Sorrentiniani contro Garroniani, ed è come dici te, un po’ assurdo che sia così, questo schierarsi è quasi un modo per non dire nulla. Il mio pezzo vuole dire proprio questo, che essere chiamati a prendere una posizione o per l’uno o per l’altro è una cazzata, e allora la posizione migliore è quella di Tommi Bona, affacciato al finestrino del treno.
Cosa è la bocciofila..
La bocciofila è un concetto metafisico. E’ come in Cortazar il mattone di cristallo. Io credo. Ma su questo i miei colleghi di blog forse anzi di certo ti darebbero risposte diversissime. La bocciofila è secondo me in un certo senso il versus del titolo, è lo schierarsi, lo spiegare, la critica, l’accademia, il chiacchiericcio. E’ tante cose io credo, ma con “In fuga dalla bocciofila” proviamo a scrivere qualcosa, che prova a essere l’opposto, l’antitesi della bocciofila, qualcosa che vuole essere libero, vuole essere sotterraneo, ma o so bene che quando si esplicita tutto questo, esso scompare, come per i fricchettoni la good vibration quando la nomini.
Ti ringrazio Giovanni per la tua domanda perché alle mie feste mondane a Cannes, ai miei cocktail party, con tutte queste donne così sofisticate, mai nessuno che me lo avesse chiesto e adesso che ti ho risposto, sono contento.
un caro saluto
sL