Nel film un ragazzo pensa di uccidere un poliziotto ma non lo fa. Una ragazza pensa di far saltare in aria la villa di un ricco imprenditore, ma non lo fa. Antonioni stesso pensa di girare un film politico ma non lo fa. Si perde sul set, stralcia intere parti di sceneggiatura, scivola sul copione e lo lascia indietro. Finisce per fare un film poetico; si ritrova, invece di un manifesto politico, un’adorazione del mondo e della vita.
Un aereo vola nel cielo californiano con un enorme cazzo colorato disegnato su. Librerie, TV e frigoriferi esplodono bradipescamente sopra una musica estatica. Due potenziali terroristi creano delle opere d’arte loro malgrado. L’arte come atto mancato (Fehlleistung, paraprassia, freudian slip).
Nel libro Mao II lo scrittore Don DeLillo descrive i romanzieri come dei “mezzi assassini”: il potere dei terroristi di influenzare la coscienza di massa è la misura del nostro declino in quanto forgiatori della sensibilità e del pensiero. Il pericolo che essi rappresentano è pari alla nostra incapacità di essere pericolosi.
Don DeLillo ama il regista Antonioni e ha dichiarato di vederne i film direttamente in italiano, perdendosi nel gusto per le immagini, nei volti e nei paesaggi.
La scorsa estate, nel quartiere Forest, a Bruxelles, un ragazzino di 15 anni si è affacciato dalla finestra con un kalashnikov e ha gridato: «Sono un terrorista». Si trattava però di un’arma giocattolo. Il ragazzino è stato comunque arrestato.
Mao II è stato scritto dieci anni prima che Al-Qaeda performasse la realtà. La bomba immaginaria ma non meno catastrofica nella villa del capitalista di Zabriskie point scoppia più di trent’anni prima delle torri.
L’onda d’urto fa scuotere e tremare le pagine dei libri sospesi in aria.
Dopo l’11 settembre la coscienza di massa, questa congerie così cara allo scrittore del Bronx e così apparentemente distante dal regista di Ferrara, maestro dell’incomunicabilità – Thomas accetta la finzione e rilancia la pallina immaginaria ai mimi – “così le loro storie avrebbero assunto un rilievo diverso, sarebbero state assorbite da qualcosa di più vasto, il lungo viaggio della palla stessa e l’assurda marcia di Marvin nel corso dei decenni” – la coscienza, dicevamo, di cosa ancora avrà paura se non di un giocattolo in mano a un bambino? Quanto in alto dovranno salire le torri perché gli aerei le possano mancare?

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