Scegliete una rivista, scegliete un racconto, scegliete un’illustrazione, scegliete di non imputridire in un mondo del cazzo, scegliete di pensare e di vivere, scegliete di non estinguervi.
La famiglia di Street Book Magazine opera principalmente nella città di Firenze, ma le loro scorribande si registrano su tutto il territorio toscano, con qualche marachella anche fuori regione. Sono sempre in movimento e corrono con la musica di Iggy Pop sparata a mille.
Attenzione perché sono dei ladri. Rubano storie, emozioni, immagini, parole e sentimenti. Ne hanno un bisogno viscerale perché con il bottino depredato riescono a sintetizzare le loro droghe preferite: l’arte e la cultura. E loro ne consumano in grandi quantità, sparata direttamente nelle vene, fino a che inebriati cadono in una sorta di trans.
Le riunioni iniziano sempre allo stesso modo, con il presidente Simone Piccinni Begbie che lancia il suo boccale di birra sulla folla sparpagliando vetri di caos che feriscono tutti. Da lì i fiumi di alcol inondano la famiglia che dà il via a una rissa orgiastica che esplode in un brainstorming corale. Fino alla prossima, tanto desiderata, dose. Perché per loro l’arte e la cultura sono la loro unica ragione di vita. Prendete l’orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini.
Ma nel loro mondo, in cui da ogni angolo salta fuori qualcuno pronto a spararti addosso un lenzuolo pieno di merda, semplicemente scelgono la terza faccia della medaglia. Scelgono di non scegliere. Senza una ragione in particolare.
D’altro canto chi ha bisogno di ragioni, quando ha una rivista?
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