Se a quindici anni al mare il salmastro non si scioglieva via la sera, mentre Francesca si sciacquava poco prima delle gabine sotto la doccia che rifrangeva in mille piccoli pezzetti di cuore la luce salmone delle otto di sera, se per settimane giocando l’hai rincorsa scalzo per pinete con aghi di pino, appunto, che lievi rendevano à pois la pianta dei tuoi piedi, ma tu ridendo ripetevi non m’importa, sulle sue labbra allora spuntava un sorriso pieghevole ed elastico come nimbiformi invasioni barbariche. Saranno stati gli orologi rotti e le lunghe distese di ombra lontano dalla costa, saranno state le strade a separare nascondigli freschi dove distesa la natura si accavallava come un nervo sottopelle, o forse quelle sigarette segrete tra lei e me, mentre i gelati dimenticati nelle coppette venivano cestinati da camerieri annoiati e tu scoprivi la pelle secca delle cicale e mi chiedevi se la luce debba essere capita anche d’estate e scapavi via col tuo costume bianco o rosso o blu o ogni giorno diverso, li ricordo tutti, per poi gridare, ancora senza piangere, giochiamo, giochiamo, giochiamo e ridendo ti lanciavo in aria e il costume lentamente si slacciava ovunque e mi riprendevi come si riprendono gli errori di sintassi sulla lingua di una bambina. Poi per falsa modestia te ne scappavi sul pedalò e mi rubavi gli occhiali da sole e li nascondevi, mentre la corrente ci portava a largo e nessuno, neanche tuo fratello maggiore, poteva sospettare che la natura è un’infinita distesa di reminiscenze innaturali generate dalle dita delle mani che si stringono con le tue, mentre sorridevi a tutti i granelli di sale che, non si sa come, erano rimasti impigliati sulla punta del mio amore.
Sembra che ci siano solo giorni di lavoro ormai.
E birre.
Francesca, agosto era infinito, com’è possibile che adesso siamo di nuovo ad agosto?
E birre.
Per divertirci cantano i corvi solo note blu.
E birre.
Come certe notti quando mute le ore insonni mi mostra i tuoi lunghi capelli in un’immagine piena di fica.
E birra.
Dolce Ah!
Dolce Eh!
Dolce Ih!
Dolce Oh!
Dolce Uh!
Su un golem di sabbia continuerò a sognarti.
[…] mancano? Quanti ne mancano escluso Il Mercato di Khlong Toey di Ferruccio Mazzanti (qui in video, qui invece su un golem di sabbia)? Le fotografie sono di Francesco […]