«Una relazione è come un sistema naturale, tende sempre a raggiungere un equilibrio perfetto».
«Spiegati meglio».
«Ricordi la grotta che abbiamo visitato la scorsa estate?»
«Sì, la ricordo».
«La guida ci disse che la temperatura interna era sempre di 16 gradi, estate e inverno, perché era un ambiente chiuso, che non interagiva con niente. Tant’è che nessun animale viveva lì dentro».
«Se non sbaglio ci viveva un gamberetto microscopico».
«Sì, è vero. Ricordi di cosa si nutriva?»
«Materia organica in decomposizione, credo».
«Si accontentava di poco, come noi del resto».
«Noi ci accontentiamo?»
«Io sì, ma so che non dovrei».
«Perché?».
«Perché è sintomo di pigrizia. Per esempio, ora potrei aggiungere del ghiaccio a questo tè al limone, ma anche se lo facessi, i cubetti si scioglierebbero e il tè ritornerebbe all’attuale temperatura. Dunque mi accontento di berlo direttamente così, caldo».
«Cosa vorresti, che i cubetti congelassero il bicchiere?»
«Non sarebbe male. A te non piacerebbe?»
«Sì, ma credo sia impossibile».
«A volte si può sperare che accada, l’impossibile. Ma in natura tutto segue le sue regole, e una di queste dice che un cubetto di ghiaccio non congelerà mai un bicchiere di tè».
«A meno che non mettiamo il bicchiere in freezer».
«Non sarebbe la stessa cosa».
«Per quale motivo?»
«Perché lì congeleresti tutto. Bloccheresti lo scorrere del tempo all’interno del bicchiere. Sarebbe un po’ come barare».
«Quello mi piacerebbe».
«Barare?»
«No, bloccare il tempo, e muovermici dentro. Avanti e indietro. Ma come dici tu, in natura tutto segue le sue regole».
«Esatto, e le regole dicono che si può andare solo in una direzione. Se ora stringessi il bicchiere, il calore della mia mano farebbe aumentare la temperatura del tè. E se riuscissi a produrne abbastanza, potrei portarlo all’ebollizione sino a farlo evaporare. Ma se smettessi di stringerlo, potrei tornare ad avere il tè freddo e i cubetti di ghiaccio?»
«No. Sarebbe impossibile».
«Si può sempre sperare che accada, l’impossibile. Oppure si può agire. Per esempio, se ora ti dessi uno schiaffo, in che direzione andrebbe la nostra relazione?»
«Perché mi vuoi dare uno schiaffo?»
«Non ti voglio dare uno schiaffo».
«Allora perché l’hai detto?»
«Supponevo…».
«Non ti capisco».
«Te l’ho detto. Una relazione è come… come questo bicchiere di tè: gli elementi che lo compongono interagiscono e si scambiano energia, sino a che non raggiungono un equilibrio perfetto. A quel punto è necessario che un agente esterno intervenga, affinché si produca un cambiamento che riporti il tempo a scorrere. Un cubetto di ghiaccio, uno schiaffo. Che differenza fa?»
«Non si può lasciare tutto sospeso in quell’equilibrio?»
«Certo, se ci si accontenta. Ma quando quell’equilibrio è raggiunto, e nessun processo può più avvenire all’interno del sistema, significa solo una cosa…»
«… credo di non volerlo sapere».
«Puoi vederla in prospettiva: non è solo il destino di ogni relazione umana, ma dell’intero universo».

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