Ci stacchiamo e piombiamo di schiena sul materasso, ansimanti e bagnati, uno accanto all’altra. Sto ancora vibrando per l’orgasmo, il calore dall’inguine si è diffuso in tutto il corpo, un’unica brace che fra poco si spegnerà.
Lei si accende una siga e me ne passa un’altra. Piegandomi, avvicino la punta alla sua scintilla, i nostri fiati si ritrovano attraverso le ceneri e allontanano il freddo ancora per qualche minuto. Stiamo lì distesi, il fumo sale lento a dipingere il soffitto, lo inseguo con gli occhi.
«Cosa faresti se morissi?» mi chiede.